L’olio extravergine di oliva, uno dei alimenti più importanti della dieta mediterranea, può essere utilizzato anche nello spazio. Come hanno verificato gli esperti della sede di Rende del Centro di ricerca olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura del CREA, la qualità è rimasta invariata, nonostante i sei mesi trascorsi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Olio extravergine per gli astronauti
I campioni di olio extravergine, arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale con la spedizione 67, facevano parte del “bonus food” di Samantha Cristoforetti, ovvero il cibo che ogni astronauta può scegliere di portare con sé, come integrazione alla dieta standard. L’esperimento scientifico della Coldiretti e sponsorizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana era chiamato Extra Virgin Olive Oil in Space (EVOO in Space).
Lo scopo dell’esperimento era valutare gli effetti della gravità e dei raggi cosmici sulle proprietà chimico-fisiche, nutrizionali, sensoriali e microbiologiche dell’olio extravergine, effettuando un confronto tra i risultati delle analisi effettuate prima e dopo il viaggio nello spazio.
I campioni sono stati sigillati in sacchetti sottovuoto, impermeabili all’ossigeno. Dopo circa sei mesi sono ritornati sulla Terra e analizzati. I primi risultati hanno dimostrato che le caratteristiche dell’olio extravergine italiano sono rimaste intatte. La composizione di fenoli e tocoferoli (vitamina E) non viene influenzata dalla microgravità e dalle radiazioni cosmiche.
L’esperimento EVOO in Space conferma quindi che l’olio extravergine d’oliva può essere incluso nella dieta degli astronauti che sono impegnati in missioni di lunga durata e quindi necessitano di composti antinfiammatori e antiossidanti, come i biofenoli contenuti nell’olio.