La notizia è risalente a fine novembre, ma vale comunque la pena segnalarla. È utile per capire come l’impiego dell’intelligenza artificiale stia arrivando ovunque, in senso letterale, anche nei luoghi sacri dove, per definizione, riti e tradizioni si ripetono da secoli inalterati e inviolabili. È accaduto in un confessionale della Cappella di San Pietro a Lucerna, in Svizzera, dove trova posto un ologramma AI di Gesù Cristo.
Deus in Machina: se anche Gesù diventa un’AI
È bene precisare che non si tratta di un sistema destinato a rimpiazzare un sacerdote in carne e ossa. Non è nemmeno pensato per assegnare ai fedeli una penitenza per l’espiazione dei peccati commessi. Si tratta di un’installazione artistica, volutamente provocatoria a detta dei suoi stessi autori. Si intitola Deus in Machina ed è stata ideata da Philipp Haslbauer e Aljosa Smolic dell’Immersive Realities Center dell’istituto locale Hochschule Luzern, in collaborazione con il teologo locale Marco Schmid.
Il Gesù olografico accoglie il fedele con un La pace sia con te, fratello
(indipendentemente dal genere). È in grado di parlare 100 lingue differenti e si basa su un modello di intelligenza artificiale addestrato partendo dalle scritture e da testi sacri prelevati da Internet. È pensato per fornire interpretazioni della Bibbia e consigli spirituali. Il risultato è quello mostrato nel post su X pubblicato da Mario Nawfal, da cui abbiamo estratto l’immagine qui sotto.
Come si può immaginare, la notorietà del progetto è stata accompagnata da un coro di proteste (e talvolta di indignazione). Per qualcuno ha rappresentato lo spunto per una battuta alquanto scontata da condividere sulla bacheca di un social network. Altri, invece, lo hanno ritenuto addirittura sacrilego. Ciò significa che l’iniziativa ha raggiunto il suo obiettivo dichiarato, quello di incoraggiare le persone a riflettere in modo critico sui confini della tecnologia in relazione al contesto religioso
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