SIGGRAPH , New Orleans, agosto 2009. Nel corso del nuovo appuntamento con la computer grafica avanzata è andata in scena la tecnologia olografica del futuro prossimo venturo, o per lo meno si sono viste all’opera due applicazioni che si avvicinano parecchio a questo genere di idea . Una ricerca statunitense ha dimostrato la possibilità di accedere a comunicazioni remote con ologrammi tridimensionali a prezzi ragionevoli, mentre un’università giapponese ha usato (tra le altre cose) un Wiimote per creare un sistema olografico con tanto di sensazioni tattili.
La prima applicazione l’ha mostra l’Istituto per le Tecnologie Creative della University of Southern California , che ha messo a frutto una quantità non meglio precisata di fonti di ricerca (anche militari) per dare vita a ologrammi 3D “realistici” in videoconferenza, una tecnologia che gli stessi autori confrontano con il celebre messaggio di aiuto della principessa Leila Skywalker in Guerre Stellari.
Utilizzando una comune videocamera assieme a una scheda grafica, un paio di proiettori e uno specchio “ruotante” a 900 giri al minuto all’interno di un box di Plexiglas, il ricercatore Paul Debevec e sodali hanno sviluppato un “kit” per olo-videoconferenze capace di carpire il volto dell’utente, leggerne con precisione le informazioni di profondità e di “texture” e poi proiettare, alla non comune velocità di oltre 8600 frame al secondo (contro i 60 fps standard dei proiettori normali), una riproduzione tridimensionale ancorché eterea del volto scansito.
Il progetto dell’USC ha richiesto tre anni di lavoro, e per quanto i suoi autori siano in contatto con società specializzate in teleconferenza e altre in parchi a tema per il destino commerciale della tecnologia, anche l’Esercito statunitense si è dimostrato interessato alle sue applicazioni.
L’altro show a tema olografico è opera di ricercatori dell’Università di Tokyo, concentrati (al contrario dei colleghi americani) sull’incremento di “feeling” della realtà aumentata dagli ologrammi , con l’utilizzatore in grado di “sentire” letteralmente le proiezioni 3D. Il progetto di ” olografia tattile ” dello Shinoda Lab prevede l’utilizzo di un semplice Wiimote Nintendo per il tracciamento dei movimenti, uno specchio concavo e un dispositivo Airborne Ultrasound Tactile Display .
L’AUTD è in grado di sparare onde ultrasoniche focalizzate riproducendo sensazioni fisiche percepibili, caratteristica che permette ad esempio di simulare il rimbalzo di una olo-pallina o la caduta di olo-gocce di olo-pioggia direttamente sul palmo di una mano.
Alfonso Maruccia