OLPC fa il pieno nel Sud Pacifico

OLPC fa il pieno nel Sud Pacifico

Un intero micro-stato dei mari del sud viene rifornito di XO. Ma a fronte di piccoli numeri, la concorrenza è sempre più agguerrita. L'informatica dei paesi in via di sviluppo ora può incarnarsi anche in un tablet o in una vecchia console 8 bit
Un intero micro-stato dei mari del sud viene rifornito di XO. Ma a fronte di piccoli numeri, la concorrenza è sempre più agguerrita. L'informatica dei paesi in via di sviluppo ora può incarnarsi anche in un tablet o in una vecchia console 8 bit

Roma – Dopo l’approdo nei negozi indiani , XO sbarca nell’Oceano Pacifico e in particolare nel piccolo stato di Niue. La “Roccia della Polinesia”, com’è conosciuta l’isola che fa parte dell’arcipelago neozelandese, ha siglato un accordo per la fornitura del PC da poco più di 100 dollari alla totalità del suo corpo studenti , costituito dalla bellezza di 500 scolari divisi tra la scuola primaria e quella secondaria.

La consegna dei dispositivi è cominciata in concomitanza con il Pacific Islands Forum , un summit focalizzato sulle modificazioni al clima sperimentate degli ultimi decenni. Una problematica che gli scolari potranno seguire da vicino, dice il professore del MIT Barry Vercoe, proprio grazie a XO.

“I ragazzi possono essere coinvolti nell’osservazione in prima persona degli effetti dei cambiamenti climatici. E questo, ovviamente, è uno dei modi più veloci – o migliori – per permettere a questi ragazzi di conoscere quale sia la realtà della situazione”: così ha dichiarato a una radio neozelandese Vercoe, nativo dell’Australia e promotore attivo del “verbo” e del progetto OLPC. Assieme ai 500 PC di Niue, OLPC distribuirà altre 4.500 unità nella regione del Pacifico.

Il subnotebook di Negroponte cerca dunque di farsi spazio nel mondo, mentre la concorrenza si fa ogni giorno più agguerrita e granulare : all’ Intel Developer Forum di San Francisco il numero uno dei microprocessori ha presentato il nuovo Classmate , dotato di schermo touch-screen, accelerometri per il riconoscimento della modalità di fruizione del dispositivo (“portrait” o “landscape”) con relativo adattamento automatico della visualizzazione a schermo e le restanti caratteristiche tecniche invariate rispetto alla precedente generazione.

La novità più curiosa arriva però ancora dal MIT, dove lo studente laureato Derek Lomas e colleghi si sono inventati la piattaforma a 8 bit PlayPower! . O meglio se la sono reinventata, visto che si tratta di un progetto che vuole sfruttare la tecnologia base del vecchio (vecchissimo, attualmente) Nintendo Entertainment System per trasformarla in un’occasione educativa con tanto di connettività Internet e software applicativo.

In questo caso non si può certo parlare di “subnotebook”, non avendo il NES alcuna indipendenza da un dispositivo di visualizzazione esterno, ma in compenso il prezzo dovrebbe essere di un’ordine di grandezza inferiore rispetto a XO .

Su PlayPower! all’inizio di agosto c’è stata tra l’altro qualche incomprensione da parte della stampa e non solo, visto che le notizie parlavano di un remake dell’Apple II invece del NES. Incomprensione che, si spiega sul blog ufficiale , è dovuta al comune impiego del microprocessore 6502 sia da parte della macchina da museo di Apple che dalla home console seminale di Nintendo.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
25 ago 2008
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