Estate, il caldo è asfissiante, le forme scoperte e le esplosioni ormonali sono la norma per grandi e piccini. Non stupisce quindi più di tanto venire a sapere , grazie a Reuters, che certi alunni delle scuole elementari di Abuja, Nigeria, siano stati “beccati” mentre navigavano su siti XXX per mezzo di XO-1 , il laptop che nelle intenzioni del consorzio promotore (OLPC) dovrebbe invece servire primariamente come strumento educativo per le giovani generazioni dei popoli tecnologicamente più arretrati.
La News Agency of Nigeria , che per prima ha dato la notizia, sostiene che il progetto evangelizzatore del MIT e dell’associazione non profit OLPC (a cui si è recentemente aggiunta anche Intel ) “è andato storto dal momento che gli scolari navigano liberamente i siti per adulti ripieni di materiali sessuali espliciti”.
Il consorzio non l’ha presa molto bene, tanto che un suo rappresentante ha assicurato che ben presto i laptop ultra-economici verranno “mondati” dalla capacità di fare surfing proibito con filtri specifici per il porno via web . Porno-web che è sempre con la barra in dritta , come dimostra il recente acquisto del dominio principe della categoria, Porn.com , per la non indifferente cifra di quasi 10 milioni di dollari . Contenuti a tripla-X che dimostrano di “tirare” sempre e comunque anche in epoca di web semantico, sociale, solidale o come lo si voglia definire, e che fa valere tutto il proprio peso anche nell’ancora poco popolare settore dell’alta definizione .
Di notizia che “scalda il cuore” parla invece TechCrunch , che mette appunto in evidenza i “risultati reali sul terreno” del progetto OLPC, regalando il suddetto le medesime opportunità di porno-accesso ai teenager del mondo non importa dove vivano o quanto siano misere le loro condizioni economiche.
Di un auspicabile deployment morbido di XO-1 discute TeleRead , che prende la questione porno ad esempio di come il progetto potrebbe beneficiare di un’adozione cauta e progressiva piuttosto che dall’implementazione completa già nei primi periodi di diffusione del laptop. David Rothman, autore del post sul weblog, ricorda comunque che già ai tempi delle sue elementari i ragazzini “accedevano segretamente ad un mezzo pericoloso – le riviste di cinema con foto di attrici dal petto ben sviluppato. Noi siamo sopravvissuti”, scrive Rothman, ed è altamente probabile che il porno-web non sterminerà nemmeno le nuove generazioni dei paesi in via di sviluppo – almeno non più di quanto stiano già facendo l’AIDS e la miseria .
Parla poi di una Reuters “shockata” Engadget , che evidenzia come, per la fortuna degli studenti più curiosi, filtri o non filtri “tutta la carne che vogliono” sarà ancora lì ad attenderli su MySpace e si lamenta dell’approccio puritano alla questione, sin troppo incentrato sui pruriti degli adulti piuttosto che sulle reali esigenze dei ragazzi .
La Rete d’altronde è sempre stata “infetta” dal virus del porno , che è stato iniettato su protocollo TCP/IP già nel periodo preistorico del mezzo, conoscendo un felice sviluppo nel 1991 con l’invenzione del Pr0n Wide Web .
La reale porno-natura del network telematico mondiale viene messa nero su bianco anche da Uncyclopedia , la premiata enciclopedia “libera da contenuti” la cui consultazione necessita del prerequisito fondamentale di un’intelligenza comica sufficientemente non-atrofizzata: “L’Internet è stato progettato dai militari USA – si legge nell’articolo dedicato all’argomento – e da alcune università per fornire il Porno ai nostri soldati. Ma nel recente passato alcune persone corrotte dal Lato Oscuro hanno abusato dell’internet per distribuire informazione libera, software a codice aperto e altre cose cattive e devastanti”.
Ma la pornografia non vive di solo web: l’esplosione – o per meglio dire l’ hype eccessivo – dei cosiddetti metamondi, per quanto sia stia dimostrando un flop commerciale degno della definizione di “bolla speculativa” a tre dimensioni, ha portato ad un nuovo livello lo sfogo di fantasie e perversioni assortite da parte di appassionati ludici di ogni età. Su Second Life col sesso ora si dice che si sta esagerando, tanto che Linden Lab, dopo aver colpito duro la pedofilia virtuale nel metamondo questo marzo, vuole ora ripulire il suo simulatore tridimensionale dalla zoofilia galoppante.
L’erotismo inter-specie, per dirla alla Clerks , viene dibattuto dal Second Life Herald , che si domanda se davvero Linden Lab debba interessarsi dell’ attività sessuale tra avatar di adulti consenzienti (siano essi lupo, cane, cavallo o bionda iper-dotata all’altezza dei pettorali). D’altro canto c’è chi sottolinea che tali “prestazioni” non avvengono tra le quattro mura di casa, ma in un mondo simulato in cui i guardoni pervertiti i testimoni generalmente non mancano, spesso loro malgrado.
Alfonso Maruccia