Si tratta di un paio di paragrafi aggiuntivi , che hanno recentemente aggiornato una specifica legge federale dello stato del Massachusetts. Appena due paragrafi, che hanno tuttavia scatenato le più dure reazioni da parte di schiere di difensori dei diritti in Rete.
La legge è quella che nello stato a stelle e strisce tutela l’integrità dei minori, punendo chiunque li sottoponga a materiale contrario al comune pudore e alla pubblica decenza . Obbligando, ad esempio, il commesso di un negozio specializzato in video per adulti a controllare la carta d’identità di un avventore dall’aria troppo giovanile.
E nel Massachusetts la lista di contenuti pericolosi era già abbastanza ampia, comprendendo quelli presenti in libri, film, fotografie, performance teatrali, persino statue. Una lista probabilmente ancora troppo ristretta, almeno per il legislatore che ha voluto aggiornarla ai tempi di una Internet di massa.
Qui sono entrati in gioco i due paragrafi aggiuntivi, in vigore dallo scorso 11 luglio. La tutela della moralità si è così estesa a messaggi di posta elettronica, SMS, chat e qualsiasi altra comunicazione istituita grazie alle attuali tecnologie. Tra queste, un qualsivoglia computer, una rete wireless, un telefono.
Una decisione che ha quindi scatenato le ire di associazioni come l’ American Civil Liberties Union (ACLU), che insieme ad una serie di rivenditori di libri e al Comic Book Legal Defense Fund ha avviato una causa legale per ottenere l’annullamento dei paragrafi contestati.
La stessa natura di Internet – si può leggere nel documento depositato – trasformerebbe inevitabilmente ogni comunicazione in una potenziale minaccia per i minori , dal momento che questi hanno la facoltà di navigare in totale libertà. Sarebbe inoltre difficile riuscire a capire l’esatta età di ogni utente che, ad esempio, visiti un sito pornografico. Sulla base di ciò, tutti i netizen potrebbero essere minori minacciati dagli oltraggi al pudore online.
Mauro Vecchio