Roma – Contenuti multimediali? No grazie. Potrebbe sintetizzarsi in questo slogan il risultato dell’ultimo sondaggio condotto dall’autorevole società di consulenza e rilevazione KPMG sul gradimento dei servizi fruibili da telefono cellulare.
Se quanto riportato da KPMG fosse vero, gli operatori dovrebbero certamente ripensare i propri modelli di business.
Nel mercato asiatico, dove i prodotti multimediali hanno raggiunto una tecnologia avanzatissima, sembra infatti che serpeggi nell’utenza una certa riluttanza a fruire di alcuni servizi “premium” (a valore aggiunto) offerti dalle aziende TLC. Analogo comportamento ci si aspetta in Europa e USA, dove gli operatori studiano modelli di marketing per la diffusione di servizi di intrattenimento all’utenza wireless.
Il mix di due fattori, come l’aumento delle spese telefoniche e la disponibilità di contenuti multimediali gratuiti su internet, sarebbero la reale causa della “riluttanza” degli utenti a fruire della multimedialità mobile a pagamento. Un servizio che viene attualmente utilizzato per interessi differenti: l’utenza orientale mira all’intrattenimento puro, mentre quella occidentale all’informazione in tempo reale (o quasi).
Il sondaggio KPMG ha coinvolto 3.600 utenti di telefonia mobile, rilevando che almeno il 40% ha dichiarato di non essere disposto a fruire di servizi multimediali premium a pagamento (video musicali, clip di programmi TV e similari). “Gli operatori mobili dovranno smettere di pensare ai servizi convergenti solo come a strumenti di propulsione (finanziaria)” riferisce Sean Collins di KPMG, sottolineando che le compagnie dovranno invece pensare ad altre soluzioni, “che si rivelino allettanti e redditizie per inserzionisti pubblicitari e altri partner”.
Dario Bonacina