OnePlus, azienda produttrice di smartphone con base in Cina, nata appena 4 anni fa, torna oggi alla ribalta. E lo fa con il nuovo modello OnePlus 5 , disponibile sul mercato in questi giorni (sul sito dedicato è possibile seguire i vari eventi di presentazione piazza per piazza) e che ha già attirato l’interesse di un pubblico alla ricerca di qualità al giusto prezzo. Questa volta, però, lo sbarco sul mercato è accompagnato da polemiche che potrebbero fare da cassa di risonanza o stroncare definitivamente un marchio che punta a ripercorrere il successo di Hauwei . Le prime critiche prendono di mira innanzitutto il prezzo e in seconda battuta una certa somiglia con l’iPhone.
Il balzo tecnologico del nuovo modello è sicuramente accompagnato da un aumento cospicuo del prezzo, passando dal primo dispositivo del 2014 venduto a 299 euro fino a giungere ai 499 euro per il modello da 64 GB e ai 559 euro per quello da 128 GB del OnePlus 5. Per un dispositivo così ricco il listino non è sproporzionato, ma di certo scontenterà il pubblico low budget che sperava in un altro best buy in stile OnePlus 3.
Per quel che riguarda invece la somiglianza con iPhone, l’azienda non ci sta a farsi tacciare di aver copiato Apple: “Abbiamo realizzato 100 prototipi prima di produrre questo modello. Non abbiamo copiato nessuno” – ha fatto sapere. E a ben vedere l’aspetto si differenzia effettivamente dall’iPhone (di cui forse copia solo la doppia fotocamera) con un corpo minimal e sottile in alluminio anodizzato da 7,2 millimetri che ospita un display AMOLED da 5,5 pollici fullHD (1.920×1.080 pixel). A portata di mano, o meglio di indice, c’è anche un comodo lettore di impronte digitali che aumenta la sicurezza del dispositivo.
La fotocamera è un passo avanti a molti concorrenti (e simile al Samsung Galaxy S8), contando su due sensori Sony da 16 e 20 megapixel sul retro e un ulteriore da 16 anteriore. È effettivamente questo uno dei punti di forza su cui l’azienda ha puntato instaurando anche una collaborazione con DxO, specializzata in benchmark in tema di fotografia.
Il cuore è un processore Snapdragon 835 che riesce a garantire un risparmio del 40 per cento della batteria – da 3.300mAh (non rimovibile) – rispetto al predecessore 821, ma soprattutto a spingere le performance a un livello superiore. La grafica è affidata ad un chipset Adreno 540 mentre per la memoria si conta su 6 o 8 GB di RAM DDR4 . Il software a bordo è OxygenOS basato su Android 7.1. Piccola chicca, come molti device cinesi anche questo è Dual-SIM (nano).
Sul mercato cinese sono stati oltre 300mila gli interessamenti ricevuti ancor prima che fossero avviate le vendite. Ad aver invogliato gli acquirenti potrebbe aver fatto la sua parte il referral program che premia con uno sconto i già possessori dei modelli precedenti 2, 3 e 3T (il 4 è stato volutamente evitato per scaramanzia nella cultura cinese). Si tratta di uno smartphone che rivoluzionerà il mercato? Evidentemente no, ma potrà effettivamente dare del filo da torcere anche ai top player ricavandosi pian piano una sua fetta di utenti.
“Non stiamo provando a far nulla di stravolgente” – ha confermato un portavoce dell’azienda – “Siamo abbastanza conservativi. Stiamo cercando di fare solo cose che riteniamo utili all’utente”, aggiungendo di non aver né intenzione (o pretesa?) di fare qualcosa di unico, né di nuovo e nemmeno volendo attirare eccessivamente l’attenzione. Un atteggiamento low profile che si scontra con alcuni tentativi di viziare però i risultati di diversi test di benchmark che effettivamente sono già sotto osservazione da parte di XDA Developers . La community aveva già accusato l’azienda di aver manipolato alcuni test relativi al OnePlus 3T per mostrare performance potenziate per la CPU (sfruttando una specifica modalità durante le prova, un po’ in parallelo a quanto accaduto con il diesel gate in campo automobilistico).
La risposta dell’azienda non ha tardato ad arrivare, anche in questo caso molto pacata: “le persone utilizzano applicazioni di benchmark per accertare le prestazioni del proprio dispositivo e vogliamo che gli utenti visualizzino la vera performance di OnePlus 5. Quindi abbiamo consentito alle applicazioni di benchmark di effettuare il test usando uno stato simile all’utilizzo quotidiano, incluso l’impegno intenso di risorse usando applicazioni e giochi. Inoltre, quando si lanciano applicazioni, OnePlus 5 viene eseguita allo stesso modo per aumentare la velocità in cui le applicazioni si aprono. Non stiamo overclockando il dispositivo, piuttosto stiamo mostrando il potenziale di performance di OnePlus 5”.
Mirko Zago