Considerata il pioniere del cloud gaming, depositaria di un’esperienza e di tecnologie che non sono state sufficienti a risparmiarle il declino che talvolta affligge i precursori, la piattaforma OnLive ha venduto parte dei propri asset a Sony: il colosso dell’intrattenimento metterà a frutto l’acquisizione dei brevetti consegnando il servizio originario all’oblio.
Dopo la fiducia e i consistenti investimenti iniziali da parte di Warner Bros., Autodesk e AT&T, e il lancio della propria console per il cloud gaming, la piattaforma stava da tempo soffrendo di una contingenza poco favorevole : dopo lo scontro con Microsoft, dalla quale è uscita quasi indenne , dopo il rinfoltirsi della concorrenza nel momento in cui l’offerta di connettività ha iniziato a saper tenere testa a un servizio tanto esoso in termini di banda, OnLive è stata salvata dalla bancarotta, prima del ridimensionamento delle proprie ambizioni avvenuto lo scorso anno.
I server di OnLive saranno deposti il 30 aprile , sono previsti dei rimborsi a favore degli orfani del servizio: OnLive continuerà ad esistere solo in quanto entità commerciale, dedicandosi alla gestione delle sue proprietà intellettuali.
Sony Computer Entertainment si è accaparrata parte degli asset dell’azienda, tra cui 140 brevetti USA e internazionali di cui OnLive era depositaria: non è dato sapere il valore della transazione, né quanto la crisi di OnLive abbia influito sull’affare di Sony. Il colosso videoludico, che aveva già scommesso nel 2012 sull’acquisizione del concorrente di OnLive Gaikai, è probabile reinvesta queste tecnologie nel proprio servizio di cloud gaming di PlayStation Now. “Queste acquisizioni strategiche – ha riferito il dirigente di SCA Philip Rosenberg – aprono la strada a grandi opportunità per i nostri gamer, e garantiscono a Sony un formidabile portfolio brevettuale nell’ambito del cloud gaming. Si tratta di un altro elemento che dimostra il nostro impegno nel voler ampliare le esperienze fruibili nel mondo PlayStation”.
Gaia Bottà