I creator digitali che offrono contenuti per adulti su OnlyFans devono pagare un’addizionale del 25% alle imposte sul reddito, nota come tassa etica, anche se hanno scelto il regime forfettario. Una recente risposta dell’Agenzia delle Entrate all’interpello presentato da Fiscozen ha complicato la definizione di “materiale pornografico” e quindi c’è il rischio di evasione fiscale.
Come si calcolala tassa etica
La tassa etica è stata introdotta con la legge finanziaria 2006 (art. 1 comma 466 della legga n. 266 del 23 dicembre 2005). Si applica alla quota del reddito complessivo netto proporzionalmente corrispondente all’ammontare dei ricavi o dei compensi derivanti dalla produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione di materiale pornografico.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito con la risposta del 4 novembre (PDF) che la tassa etica deve essere pagata anche dai contribuenti in regime forfettario (fino a 85.000 euro di ricavi all’anno). Essendo un’addizionale si aggiunge all’imposta sostitutiva del 15% (5% per i primi cinque anni di attività).
Il reddito imponibile viene calcolato considerando il coefficiente di redditività associato al codice ATECO indicato al momento dell’apertura della partita IVA. Nel caso di OnlyFans e attività simili, il codice ATECO è 90.13.00, mentre il coefficiente di redditività è 67%. Se ad esempio, il performer guadagna 50.000 euro all’anno, la tassa etica è pari a 8.375 euro. L’imposta sostitutiva è invece 1.675 euro per i primi cinque anni e 5.025 euro per gli anni successivi.
È quindi chiaro che la tassa etica rappresenta la spesa maggiore. Il problema riguarda però la definizione di “materiale pornografico“. In base al DPCM del 13 marzo 2009, si intendono “i giornali quotidiani o periodici con i relativi supporti integrativi, e ogni opera teatrale, letteraria, cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico, in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti”.
OnlyFans è arrivata nel 2016, quindi la suddetta definizione non specifica chiaramente l’applicazione della tassa etica a questo tipo di piattaforme. Fiscozen ha chiesto tramite interpello cosa viene considerato pornografico nel settore dei creator digitali. L’Agenzia delle Entrate ha risposto che dipende dal tipo di contenuto, ovvero che la presenza su OnlyFans non implica automaticamente l’applicazione della tassa etica.
Ciò introduce incertezza perché la norma può essere interpretata in modo sbagliato. I performer potrebbero trovare scappatoie e non dichiarare tutti i compensi o non pagare la tassa etica. Secondo i Radicali Italiani è discriminatoria e incostituzionale.