Uno smartphone per ogni abitante del Pianeta: è più o meno questa la proporzione che si ottiene osservando i dati pubblicati nell’ultimo report dell’ International Telecommunications Union (ITU), secondo cui i contratti di telefonia mobile nel mondo superano i sei miliardi. Dunque, a voler enfatizzare, ci sono più smartphone e cellulari attivi che persone.
Secondo le valutazioni dell’agenzia delle telecomunicazioni delle Nazioni Unite, la proliferazione degli apparecchi dipenderebbe dalla drastica riduzione dei prezzi di mercato . Entrando nel merito dei dati, si scopre che in paesi come Brasile, Ghana, Ruanda e Kenya l’adozione del cellulare ha visto una crescita a doppia cifra nel 2011, mentre soltanto la Cina e l’India da sole registrano un miliardo di abbonamenti .
Si tratta di rilevazioni che lasciano ben sperare circa il ruolo della tecnologie mobile nell’offrire maggiori possibilità di connessione a Internet nei paesi in via di sviluppo , dove il costo della banda larga fissa può arrivare a richiedere il 40 per cento del reddito mensile per nucleo familiare mentre l’adozione della banda larga mobile si dimostra più economica e flessibile.
Tuttavia, nonostante le notizie positive, la stessa agenzia dell’ONU non manca di sottolineare la forte disparità tra paesi ricchi e paesi poveri in riferimento al settore ICT. Soltanto 2,3 miliardi di individui, infatti, possono essere considerati utenti della Rete stando alle stime del 2011, numeri che non contrastano con altri dati secondo cui il 70 per cento delle persone che usa Internet vive nei paesi più ricchi e industrializzati a fronte del 24 per cento che vive nelle zone più povere e sulla strada dello sviluppo.
E se la diffusione di apparecchi mobile non conosce trend negativi, è interessante scoprire il cambiamento nell’uso da parte degli utenti . Ovum, società specializzata in ricerche di mercato in campo tecnologico, prevede che nei prossimi quattro anni gli operatori mobili perderanno circa 54 miliardi di dollari (oltre 41 miliardi di euro) relativamente ai guadagni prodotti dagli SMS a causa della grande espansione dei servizi di social messaging attivi sugli smartphone. Numeri che, secondo i ricercatori, dovrebbero spingere le telco a investire in innovazione invece di riproporre in salse diverse i soliti servizi a pagamento.
Cristina Sciannamblo