Secondo l’ONU i principali operatori della Rete dovrebbero collaborare con le autorità per cercare di arginare il diffondersi di contenuti terroristici online.
Un rapporto redatto dagli esperti di sicurezza informatica delle Nazioni Unite, infatti, ha sottolineato la crescente pericolosità delle “attività digitali legale all’ISIS e, al momento in maniera minore, ad Al-Qaeda” e la necessità che il Consiglio di Sicurezza intervenga sulla questione. A preoccupare gli analisti, sia la quantità che l’effetto dei video e dei contenuti condivisi dai gruppi terroristici online: in particolare i membri dell’ISIS usano regolarmente Facebook, Twitter e YouTube, da cui soprattutto i video più violenti rimbalzano praticamente su tutti i media, consolidando l’effetto di diffondere i messaggi e fare proseliti .
I servizi dei grandi operatori ICT, dunque, sono abusati dai terroristi per la loro propaganda e per questo gli esperti dell’ONU raccomandano che siano direttamente le aziende ad intervenire. Da qui la necessità che sia lo stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a pronunciarsi, quanto meno per far pressione.
Sulla stessa linea, l’agenzia di polizia europea Europol, che proprio questa settimana ha annunciato un piano per organizzare unità specializzate nel monitoraggio della propaganda ISIS online .
A spingere l’agenzia europee a costituire una task force ad hoc, le medesime considerazioni dell’ONU: la presenza online dell’ISIS è sempre maggiore, così come l’efficacia della sua propaganda che ora conta su una vasta rete di supporter. Basti pensare che solo su Twitter si annoverano circa 46mila account a sostegno dello Stato Islamico.
Claudio Tamburrino