Alla fine vincerà OOXML ; o forse no. Strano a dirsi, è questo il messaggio che si riceve dando una lettura al più recente studio presentato da Burton Group , azienda specializzata in ricerche di mercato che si autodefinisce indipendente , intitolato What’s Up,.DOC? ODF, OOXML, and the Revolutionary Implications of XML in Productivity Applications ( Come va.DOC? ODF, OOXML e le implicazioni rivoluzionarie di XML nelle applicazioni di produttività ).
Secondo gli autori della ricerca, il formato XML aperto proposto da Microsoft è nel complesso migliore dell’alternativa sponsorizzata tra gli altri da SUN, Novell e IBM. I motivi sono molteplici, ma si concentrano soprattutto nella migliore capacità di OOXML di rispondere ai requisiti operativi nelle aziende.
Per Burton Group, OOXML non solo dispone di strumenti più adatti a gestire dati complessi e articolati , ma grazie alla sua capacità di recepire meglio le formattazioni e le caratteristiche dei precedenti formati chiusi di Microsoft, finirà per imporsi per la sua “familiarità”.
Ma soprattutto è una questione di costi: sebbene molte aziende ed enti pubblici potrebbero guardare a ODF, e alle applicazioni gratuite che lo supportano come OpenOffice, come una valida ed economica alternativa ai programmi Microsoft, non è tutto oro quello che luccica.
Nel calcolo, secondo lo studio, dovrebbero entrare anche i costi di introduzione in azienda e soprattutto quelli di gestione: gli acquirenti finirebbero comunque per sottoscrivere un contratto di manutenzione con SUN per StarOffice, con IBM per Symphony o con Novell per OpenOffice. Ma, sempre secondo Burton Group, in questo campo Microsoft non teme confronti: la sua economia di scala è tale da consentirle di battere qualsiasi concorrente .
Eppure, alla fine ogni sforzo sarà vano. OOXML forse si affermerà nelle aziende, ODF tra i consumatori (soprattutto se utenti Linux), ma per Burton Groups alla fine tra i due litiganti si affermerà un terzo standard . Sia OOXML che ODF sono infatti basati su formati W3C, e non c’è motivo di ritenere che in futuro sia proprio questa organizzazione a definire il formato che si imporrà su tutti gli altri. Una ipotesi ventilata ai lettori di Punto Informatico anche da Andrea Valboni, National Technology Officer di Microsoft Italia, in una recente intervista .
Ma se la storia è già scritta, cosa spinge una organizzazione indipendente quale Burton Group a concludere uno studio sostenendo apertamente un formato come OOXML destinato a scomparire entro qualche anno? A quanto si legge sul blog dell’azienda, sarebbe il desiderio di contribuire al dibattito in vista della nuova votazione prevista per febbraio, che deciderà l’ammissione o meno di OOXML tra gli standard ISO .
Luca Annunziata