OOXML, standard ECMA 376, (forse) futuro standard ISO DIS 29500. Mancano solo due giorni alla scadenza per le votazioni, fissata al 29 marzo, e nelle ultime ore si moltiplicano gli appelli in favore o contro l’approvazione del formato XML realizzato da Microsoft. Una polemica dura, che ormai non disdegna anche attacchi personali tra personaggi un tempo in buoni rapporti se non addirittura alleati. E che vede anche sollevarsi qualche dubbio su come le votazioni sono state e saranno gestite.
Torna, appassionato, a sostenere l’approvazione di OOXML Patrick Durusau , personaggio di primo piano di OASIS : in una nuova lettera aperta elenca non uno ma ben cinque punti da considerare prima di prendere una decisione definitiva. Secondo Durusau, in caso di bocciatura di OOXML gli organismi statali perderebbero l’accesso che gli consentirebbe di apportare modifiche al formato, le aziende che basano il loro business su Office potrebbero vedere ridotto il loro giro d’affari, e lo stesso formato ODF risentirebbe della carenza di informazioni.
“Come editor di OpenDocument voglio promuoverlo, espandere le sue capacità, diffonderlo ovunque – scrive Durusau – e niente di tutto questo si sposa con una posizione anti-OpenXML in sede ISO. La sua approvazione come standard garantirebbe benefici a OpenDocument e a chiunque altro”. Per Durusau ci sarebbero a rischio i fogli di calcolo (la cui definizione completa per OpenDocument arriverà solo con la versione 1.2), la compatibilità di ODF con i formati legacy di Office e con quelli attuali. “Se OpenXML perde – conclude – perde anche OpenDocument”.
Contro Durusau e la sua conversione al vangelo secondo ECMA, si scagliano in molti. Primo fra tutti Rob Weir , anche lui membro della commissione tecnica OASIS oltre che dipendente IBM. “L’opinione di Patrick è cambiata di recente, a quanto mi risulta dopo il suo ritorno da un viaggio a Seattle alla fine di gennaio”: questa l’accusa neppure troppo velata di Weir, a cui Durusau aveva già replicato ; ma in risposta alle cinque ragioni per approvare OOXML come standard ISO di Durusau, Weir ora oppone le sue cinque motivazioni contrarie .
Per Weir la bocciatura di OOXML non sarebbe una tragedia : “Non è vero che Microsoft potrebbe decidere di non seguire più la strada ISO (…) ha già altri standard in via di approvazione per altri formati”. Approvare OOXML nel suo stato attuale, inoltre, secondo Weir costringerebbe molte persone ad impegnarsi per anni nella sua revisione: visto che OOXML è già standard ECMA, e che le procedure di revisione ECMA sono più snelle di quelle ISO, meglio optare per quella strada.
Falso, secondo Weir, che l’approvazione dello standard DIS 29500 risolverebbe i problemi della legacy : “I vecchi documenti non sono in formato OOXML, sono in un formato binario proprietario. E non esiste alcun mapping per tradurre questi formati in OOXML”. Non è vero che più standard siano un bene per i consumatori, argomenta, come dimostra il caso Blu-ray contro HD DVD. E infine, dice Weir, ad ODF non occorre lo standard ISO per valutare le caratteristiche di OOXML: basta lo standard ECMA 376, già definito e approvato. Contro Durusau c’è pure Sander Marechal: in un articolo su LXer riprende punto per punto le questioni sollevate da Durusau stesso, tentando di spiegare la sua opinione sulla faccenda. Si passa dalla natura di ECMA come organizzazione (aperta o chiusa? credibile o poco affidabile?), alle conseguenze di una bocciatura di OOXML: “L’unico a perderci qualcosa se DIS 29500 fallisce è Microsoft, il cui Office 2007 andrebbe incontro a qualche problema. Tutti gli altri – dice Marechal – compreso ODF, non hanno bisogno dell’approvazione del DIS 29500 da parte di ISO: l’attuale standard ECMA 376 basta e avanza”.
Per Marechal, se Microsoft tenesse particolarmente all’approvazione di uno standard ISO per OOXML potrebbe sempre optare per la procedura di approvazione ordinaria : “L’approvazione arriverebbe in pochi anni, quando cioè lo standard sarebbe stato rivisto e sistemato in modo appropriato: troppo tardi per Microsoft Office, ma non è un problema di ISO”. Di segno opposto il parere di Jan van den Beld , ex segretario generale di ECMA, che guarda con preoccupazione allo scenario alternativo al processo di approvazione rapido (fast track). “Gli organismi nazionali dovrebbero incontrarsi una volta al mese, e finirebbe come le Nazioni Unite” ironizza.
Tanto più che, secondo van den Beld, negare a OOXML lo standard ISO costituirebbe un gravo smacco alla neutralità dell’organismo, senza contare le possibili ripercussioni legali. “Uno dei principi che guida il WTO è che gli standard non dovrebbero costituire una barriera per il commercio – spiega – ma se un governo obbliga all’utilizzo di uno standard, questo significherebbe che all’intera nazione non sarebbe consentito di utilizzare OOXML”. Una questione a suo dire “legalmente rilevante”.
Van den Beld sostiene anche l’attuale procedura di discussione e approvazione degli standard in sede ISO. Che tuttavia, nelle ultime ore ha mostrato qualche crepa come nel caso di Cuba, il cui voto negativo sul DIS 29500 si è trasformato in un “sì” in un comunicato ufficiale di ISO. A quanto pare l’indicazione di voto dovrebbe pervenire via email, e ci sarebbe stato un problema nella scelta dei destinatari della prima missiva del paese centroamericano. Un errore a cui ora l’ Ufficio per gli Standard cubano spera si possa rimediare.
Il no di Cuba si unisce a quello dell’India, e dello stesso avviso sarebbero anche Canada, Brasile, Nuova Zelanda e Sud Africa. Per il sì ci sarebbero Stati Uniti e Germania, mentre la Polonia starebbe riconsiderando la sua posizione passando dal no all’astensione, oppure alla approvazione del DIS 29500. La situazione resta comunque molto fluida, e occorrerà attendere la fine delle votazioni per decretare il risultato.
Luca Annunziata
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