Update in calce – Roma – ISO deve ancora rendere noti i risultati ufficiali ma non sembrano proprio esservi dubbi: la richiesta di formalizzazione a standard di OOXML , il formato documentale proposto e sostenuto da Microsoft, ha trovato accoglimento . Il complesso processo di approvazione è dunque giunto a compimento e il big di Redmond ha portato a casa un risultato agognato da lungo tempo. Microsoft riporta le cifre che girano in rete proprio adesso: l’86 per cento dei national body di ISO avrebbe approvato OOXML (il 75 per cento è il minimo secondo le regole ISO).
L’annuncio ufficiale dell’avvenuta formalizzazione dovrebbe essere diramato entro le prime ore di mercoledì ma le tracce dell’approvazione si moltiplicano dentro e fuori dagli ambienti ufficiali. Il fatto che non sia subito reso ufficiale da ISO si deve alla procedura prevista in questi casi: l’Organizzazione trasmette i risultati ai national body dei singoli paesi, quelli che hanno partecipato alla votazione, affinché questi ultimi confermino la correttezza dei risultati loro attribuiti dalla stessa ISO. Passate le 24-48 ore da quel momento, ISO rende pubblici i risultati che, come detto, non sembrano lasciare dubbi sull’approvazione di OOXML. Solo in quel momento sarà possibile tirare un bilancio di quanto avvenuto, per il momento Punto Informatico ha raggiunto Andrea Valboni , National Technology Officer di Microsoft Italia, per raccogliere le prime impressioni.
Ed ora cosa accadrà? “Ora – spiega Valboni a PI – si comincia a lavorare. Abbiamo tre formati documentali standard (PDF, OOXML e ODF, ndr.) e dunque occorrerà lavorare, non che sia una cosa anomala in ISO, è una prassi ormai abbastanza comune quella di lavorare per l’unificazione degli standard”. La parola chiave di Microsoft non appena il DIS 29500, OOXML appunto, diverrà IS 29500, e dunque standard definitivo e formalizzato, è convergenza . “Perché lo richiede il mercato – sottolinea Valboni a Punto Informatico – Se lo aspetta sulla base del fatto che Microsoft ha annunciato di recente un impegno più profondo sul fronte dell’interoperabilità, se lo aspetta anche perché due formati XML devono poter interoperare in modo più semplice che due formati non XML, e ci si attende anche che chi ha un ruolo guida sul mercato faccia delle proposte”.
Ma il futuro sarà diverso per OOXML anche per quanto riguarda la gestione dello standard . Ne è convinto Valboni: “per il mercato – dice – è un grosso passo avanti, perché vuol dire che il formato proprietario che esisteva in passato, quello di Office, diventa uno standard con tutte le regole del caso, con un Comitato internazionale che ne gestirà l’evoluzione, al quale collaboreremo. In sostanza chi decide l’evoluzione dello standard da questo momento in poi è la comunità”.
Se di convergenza degli standard si è parlato a lungo anche nei mesi che hanno preceduto la fase finale del processo ISO ora sembra una via inevitabile da seguire ma certamente lunga e faticosa . “È una cosa che si è discussa anche di recente, ad esempio con la delegazione brasiliana che aveva presentato una richiesta di armonizzazione – ricorda Valboni – anche loro hanno compreso che non sarà una cosa semplice realizzare una specifica tecnica comune, è un lavoro complesso che richiederà del tempo”. “Da parte nostra – insiste Valboni – in Microsoft c’è la volontà di trovare le strade giuste per lavorare verso l’unificazione, ma le architetture, le strutture sono diverse. Ci vorrà del tempo”.
E nel frattempo? Come dovrebbero comportarsi i paesi che hanno già deciso quale standard adottare o le pubbliche amministrazioni che devono comunque lavorare per migliorare la gestione documentale, la comunicazione documentale con i cittadini? “In questo momento – sostiene Valboni parlando con Punto Informatico – è importante mantenere una neutralità tecnologica, perché fare una scelta di campo, per un formato o per l’altro, si rischia di imbarcarsi su una strada che potrebbe poi comportare alti costi di conversione. Le PA devono poter scegliere in libertà il formato più adeguato e credo che in uesto processo di governance sia anche importante preservare la possibilità per i cittadini di scegliere lo strumento che preferiscono per l’accesso ai documenti”. Neutralità che viene inseguita ad esempio al Fraunhofer Institute, dove si lavora su tecnologie che supportino i vari formati, o neutralità di amministrazioni come quelle del Michigan che, dopo aver spinto ODF, ora ammettono entrambi i formati. Ma è un equilibrio difficile, che spingerà ulteriormente verso la convergenza. “Bisogna disegnare una roadmap – sottolinea Valboni – in cui si lavori sugli standard documentali ISO e in più anche XHTML, capire come andare da una situazione con questa realtà ad un domani in cui di formati potrebbe essercene uno solo, o comunque che vi sia un percorso di convergenza significativo tra i vari formati”.
Valboni non si nasconde il peso che hanno avuto le fortissime polemiche che hanno accompagnato l’approvazione in ISO di OOXML ma ritiene che visto “lo spirito di collaborazione che abbiamo registrato in ISO” le polemiche potranno “venire archiviate molto rapidamente, e così certi eccessi. Non è peraltro la prima volta che nel mondo degli standard – sottolinea – si crei un nuovo standard in un’area tecnologica dove già ne esistono altri. Spero che certe cose pian piano lascino il posto a spazi di collaborazione che si sono già visti al Ballott Resolution Meeting, già lì anche dai paesi che hanno votato no hanno avuto un apporto critico ma costruttivo. Inutile spendersi in polemiche sterili quando si può dialogare su fatti che hanno rilevanza – insiste – Qui si parla di standard, di un oggetto che un domani può non esserci più. Si tratta di capire tra persone che lavorano in questi ambiti quale sia la strada migliore da intraprendere”.
Update
ISO ha confermato che OOXML ha ricevuto un numero sufficiente di voti dai membri dell’organizzazione: a votare contro “non più di 1/4”. Un risultato dunque ben diverso da quello che aveva ottenuto OOXML in fast track, dove era stato bocciato, e che si deve, spiega ISO, ai molti ripensamenti dei national body negli ultimi 30 giorni utili, vale a dire nel periodo finale di esame delle modifiche apportate al Ballott Resolution Meeting di fine febbraio.
“I vari temi sono stati affrontati e modificati – spiega ISO – e questo ha portato un numero sufficiente di national body a ritirare la loro precedente votazione negativa, o a trasformarla in un voto positivo, cosicché i criteri per l’approvazione del documento (quello delle specifiche, ndr.) come Standard Internazionale sono stati soddisfatti”.
La procedura prevede che tra due mesi ISO provveda alla pubblicazione definitiva dello standard, che diverrà così IS 29500, a meno che nel frattempo non vi siano appelli formali contrari da parte di uno o più national body.
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