Standard ISO sì, standard ISO no: è presto per dirlo. Certo, a giudicare da quanto emerge dalle dichiarazioni di alcuni degli oltre 120 delegati di 37 paesi presenti la scorsa settimana a Ginevra per il ballot resolution meeting (BRM), convocato da ISO per discutere gli ultimi dettagli sulla procedura di approvazione rapida (fast track) di OOXML , la situazione è piuttosto complicata : e per la proposta di standard DIS 29500, vale a dire per OOXML stesso, tira aria di tempesta.
Al centro delle polemiche c’è l’enorme quantità di materiale che avrebbe dovuto essere vagliato durante il BRM: 1.100 proposte di modifiche in cinque giorni, più di 2mila pagine di materiali, una mole di lavoro improba che tuttavia i delegati hanno provato ugualmente a smaltire. Il risultato, secondo quanto è trapelato, è stata la valutazione di circa 200 dei temi sottoposti a revisione : i restanti 900, per i quali non c’era tempo di intavolare una discussione, sono stati tutti riuniti sotto una singola votazione che proponeva di approvare o respingere le raccomandazioni ECMA.
Sempre secondo le indiscrezioni, visto che il verbale e la minuta del BRM restano riservati, il grosso delle nazioni presenti avrebbe optato per l’ astensione dalla votazione finale. In alcuni casi, come quello degli Stati Uniti e della Francia, è arrivata persino la bocciatura per la maxi-revisione, a testimonianza probabilmente della scarsa soddisfazione per la qualità e la quantità del lavoro svolto in questa sede.
“Non c’è un motivo razionale per cui si debba avere un limite temporale. Non ho idea di come si possano smaltire 6mila pagine con 3.500 commenti in una settimana: è come tentare di correre una maratona in mezz’ora” ha dichiarato un irritato Frank Farance, capo della delegazione statunitense ed esperto in materia di standard riferendosi al corpus originale della documentazione. “L’80 per cento dei cambiamenti non è stato discusso – ha proseguito – è un bella gatta da pelare: non avevo mai visto niente del genere, e sono in questo settore da 25 anni”.
Opinione diffusa è che la procedura rapida di approvazione, la cosiddetta “fast track”, abbia mostrato i propri limiti in questa occasione: per Tim Bray, dipendente SUN, sostenitore di ODF e presente come delegato canadese al BRM, si tratta di un “completo e assoluto disastro: non sono un esperto ISO, ma qualunque fosse lo scopo di una procedura fast track di sicuro non era questo”. Molto critico anche Andy Updegrove, avvocato attivista per gli standard aperti, che parla di situazione “disgustosa”.
Di tutt’altra opinione i rappresentanti Microsoft, nel complesso soddisfatti di come si siano svolte le cose. “Ritengo che il meccanismo abbia funzionato” ha sostenuto Tom Robertson, responsabile per l’interoperabilità e gli standard di Microsoft: “Ci sono state molte occasioni di confronto dallo scorso settembre, e non tutte le questioni necessitavano di essere ridiscusse durante il BRM”. Per Robertson, i delegati si sono piuttosto concentrati sulle “materie che contavano di più dal loro punto di vista, sottoponendo gli argomenti trattati ad una revisione rigorosa”.
Dello stesso parere anche il program manager di Office, Brian Jones, che parla di un finale di meeting tra “applausi e urla di incoraggiamento”, mentre per Jason Matusow – pure lui impegnato nel programma di sviluppo di OOXML – il BRM è stato “un incredibile successo”. Pareri non assecondati dalla blogosfera, che si schiera quasi integralmente contro certe procedure ISO e non condivide gli ottimismi di Microsoft.
Su tutto, comunque, prevale l’ incertezza sull’esito del voto di fine mese. Difficile stabilire cosa decideranno i membri dell’ISO il 29 marzo, anche se gli osservatori oggi non scommetterebbero sull’approvazione dello standard DIS 29500. Se mancheranno i tre quinti dei voti delle 87 nazioni partecipanti, a Microsoft e al suo Office Open XML non resterà che tentare la strada dell’approvazione ordinaria: un processo che comporterebbe tempi di lavorazione decisamente superiori a quelli fin qui prospettati.
Luca Annunziata