Open Cirrus , l’organizzazione di ricerca sul cloud computing a codice aperto formata da HP, Intel e Yahoo!, ha annunciato nel corso del suo primo summit l’estensione dei membri interessati al progetto a tre diversi istituti scientifici. Grazie alle proprie specifiche competenze i nuovi arrivati permetteranno di far avanzare ulteriormente gli scenari per le tecnologie “tra le nuvole”, con ognuno di essi che si farà carico di un task ben preciso.
Fondato esattamente un anno fa, Open Cirrus viene descritto dai suoi membri come “un banco di prova open source di un data center globale per l’avanzamento della ricerca sul cloud computing”. I nuovi membri del consorzio includono l’Accademia Russa delle Scienze, l’Istituto di Ricerca Elettronica e Telecomunicazioni della Corea del Sud, l’organizzazione di ricerca e sviluppo facente capo al Ministro delle Scienze, della Tecnologia e dell’Innovazione della Malaysia MIMOS .
Secondo quanto sostiene Open Cirrus i nuovi partner permetteranno di estendere ulteriormente la ricerca e lo sviluppo sulle infrastrutture di dati e servizi basate sui dettami del cloud computing . In particolare l’Accademia Russa delle Scienze si occuperà (attraverso le tre organizzazioni da cui è composta) di programmazione di sistema, porting del data processing di grandi quantità di informazioni, grafica di sintesi.
Degli altri due istituti quello sud coreano si occuperà dello sviluppo di architetture di gestione e recupero di set di dati di grandi dimensioni (una sorta di “cloud MySQL”, insomma) e il MIMOS malese si focalizzerà su quanto necessario per installare una piattaforma di servizi a base di cloud computing capace di servire tutto il paese, con tanto di strumenti e metodologie innovative.
Andrew Chien, vice presidente e direttore di Intel Research si dice naturalmente “eccitato di vedere il crescente slancio che muove questa straordinaria partnership” dell’Open Cirrus, esaltando la capacità dei componenti aggiunti di portare nuova acqua al mulino della “nostra visione di una pila cloud basata sull’open source come una piattaforma forte e su larga scala per la ricerca e lo sviluppo”.
Alfonso Maruccia