È stata presentata , in occasione di una riunione a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la versione aggiornata della Carta internazionale degli Open Data .
Il documento, presentato in Italia da Agid che ha partecipato alla sua stesura, si fonda su sei “principi cardine” che devono regolare la pubblicazione di dati in ambito pubblico. Questi dovrebbero essere: open per default, aggiornati e completi, accessibili ed utilizzabili, comparabili e interoperabili, utilizzati per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione, nonché per il coinvolgimento della società ed il miglioramento dei servizi dell’amministrazione pubblica.
Da questi principi cardine, quindi, derivano una serie di regole per “favorire accessibilità, comparabilità e diffusione dei dati aperti a livello globale” e per promuoverli come guida per il raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile dei paesi : la stesura dell’Open Data Charter è stato, insomma, un momento di confronto tra i diversi modelli e le diverse politiche adottate che ha portato alla fine ad un’intesa comune che dovrebbe ispirare nel dettaglio le singole politiche nazionali.
Piuttosto che prescrivere un piano operativo concreto, insomma, l’Open Data Charter si limita a stabilire dei principi guida e a cercare di sensibilizzare circa l’utilità di utilizzo in ambito pubblico dei formati aperti.
Se dunque a livello di sostanza si è rimasti sul piano generale, accantonando o tralasciando per un attimo l’applicazione concreta di tali dati, a livello di metodo il processo che ha portato alla redazione del documento è stato caratterizzato dall’inclusione.
Se infatti il documento non è dettagliato né completo, per esempio, quanto gli studi italiani sull’utilizzo concreto degli Open Data in ambito parlamentare, il panorama di riferimento dell’ Open Data Charter è quello internazionale e la sua redazione ha coinvolto direttamente governi e società civile.
Il processo che ha portato ora al documento presentato da AGID è infatti iniziato con l’ Open Data Conference di maggio 2015, ma già nel 2013 era stata presentata una prima versione dell’Open Data Charter redatta nell’ambito del G8, che ha offerto all’ultima versione una base di partenza.
L’ultimo processo di redazione, inoltre, si è svolto sotto la guida di Canada, Messico, dell’ International Development Research Centre , dell’ Open Data for Development (OD4D) Network e dell’ Omidyar Network e sta coinvolgendo più di 1000 partecipanti, contando anche gli esponenti della società civile e del settore privato , che hanno già fornito più di 350 commenti da tutto il mondo: l’obiettivo per il prossimo anno è quello di collaborare per convincere anche altri paesi ad adottare la Carta ed arrivare insieme a creare dei pacchetti standardizzati di dati aperti .
Claudio Tamburrino