Open Fiber si è da poco aggiudicata la concessione per il cablaggio dello stivale con tecnologia in fibra ottica. L’investimento in infrastrutture per la ultra broadband è già in corso per un impegno complessivo nei prossimi 6 anni di 6,5 miliardi di euro volto a raggiungere 19 milioni di abitazioni con banda larga FTTH , un progetto ambizioso che si realizzerà a step. Il primo traguardo per il mese di luglio prevede il raggiungimento con la fibra da 1 Gbps di 81 città e 50 comuni delle cosiddette aree bianche (a fallimento di mercato nelle regioni Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto). Già oggi 1,6 milioni di unità immobiliari sono collegate in fibra e si punta di arrivare a 2,7 milioni a fine 2017.
È il responsabile comunicazione di Open Fiber, Alessandro Zerboni, a raccontare il piano di espansione: “In Italia, nelle grandi città la fibra ottica superveloce c’è solo a Milano ma entro la fine del 2022 – ha spiegato Zerboni – la porteremo, complessivamente, in 271 città italiane, incluse ovviamente le più grandi come Roma, Napoli, Palermo, Firenze, Cagliari e molte altre”. La prospettiva è di passare rapidamente alla fase due, che prevede per l’appunto l’ aggiudicazione del secondo bando . “Siamo in attesa di andare avanti, con la concessione per la seconda gara” – annuncia Zerboni – “si tratta della copertura di dieci ulteriori regioni, più provincia autonoma di Trento. È un bando che abbiamo già vinto preliminarmente; ma dobbiamo aspettare il via libera per potere aprire i cantieri”. Si tratta tra l’altro di un’ottima notizia anche sul fronte mercato del lavoro. Open Fiber infatti stima ulteriori 4-5mila nuove assunzioni per garantire il giusto supporto al progetto che appare effettivamente colossale.
Per Open Fiber, alla vittoria del bando Infratel, sono corrisposte ottime opportunità di collaborazione con partner commerciali a cui è demandata l’elaborazione della proposta finale ai clienti. Per raggiungere l’ultimo miglio il loro operato è fondamentale. Tra questi si contano: Wind Tre che fornisce connettività su Bari, Bologna, Catania, Cagliari, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Torino e Venezia; Vodafone per Bari, Bologna, Catania, Cagliari, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Torino e Venezia; Tiscali per Bologna, Cagliari, Milano, Perugia e Torino; Fastweb su Milano. Altri operatori sono concentrati sulla città di Perugia come Connesi, Go e TecnoAdsl. “Open Fiber effettua il collegamento in fibra ottica, lasciando al cliente finale la libertà di scegliere l’operatore abilitato alla fruizione dei nuovi servizi disponibili con la banda ultralarga” – si legge sul sito dedicato .
Stefano Paggi direttore Network & Operations di Open Fiber, ha già annunciato che i cantieri che mancano all’appello prenderanno avvio tra la fine del 2017 e inizio 2018. La chiusura dei lavori è prevista in un triennio e ad essere coinvolti saranno altri 3mila Comuni. Il piano per le cosiddette aree nere ovvero quelle che possono generare profitti prevedono un intervento meno prioritario e calcolato su un quinquennio. Verranno cablati in tal senso 281 Comuni grandi e ad alta densità abitativa raggiungendo una decina di milioni di immobili. Sul sito di Open Fiber è possibile vedere passo passo i risultati raggiunti. E per una volta tanto spiccano anche città del Meridione. Una rivincita al digital divide che par anni ha trionfato nel Paese.
Mirko Zago