La banda larga in Italia viaggia a doppio binario. Uno prettamente privato e uno a partecipazione pubblica. Su quest’ultimo versante, è la giovane Open Fiber (Enel e Cassa depositi e prestiti) ad essersi accaparrata il bando di aggiudicazione indetto da Infratel, la società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico responsabile del piano strategico e attuativo della Banda Larga nel nostro Paese. Fondamentale il rinforzo avvenuto a seguito della recente acquisizione di Metroweb , anche dietro qualche suggerimento politico . Nella gara pesa una grande assente: Telecom, che ha preferito tenersi fuori per giocare da sola.
L’ aggiudicazione definitiva consente al nuovo player attivo nel mercato dell’ingrosso, di avviare i processi di creazione e implementazione infrastrutturale utile al raggiungimento dell’obiettivo. L’ambizione, una volta coperte le zone a “successo di mercato” (aree A e B) è di raggiungere il 100 per cento anche delle zone a fallimento di mercato (aree C e D) coinvolte dal progetto ovvero Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana Abruzzo e Molise. La concessione avrà una durata di 20 anni e rimarrà di proprietà pubblica. Parallelamente la stessa Open Fiber si è candidata anche per il secondo bando volto alla copertura delle aree bianche di Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e provincia di Trento. In questo caso la partita in gioco è di 1,2 miliardi. Complessivamente nei prossimi 6 anni Open Fiber investirà 6,5 miliardi di euro per portare la banda larga FTTH a 19 milioni di abitazioni.
Nello sviluppo dell’infrastruttura avranno un ruolo fondamentale, oltre alla fibra ottica, anche i ponti WiFi che sfrutteranno la tecnologia FWA (Fixed Wireless Access). A tal proposito Open Fiber si è aggiudicato l’utilizzo delle frequenze a 28 giga, escludendo così le frequenza utilizzate invece da WiMax. In questo modo la banda larga minima garantita sarà di 30 Mbps sia per le 20 milioni di abitazioni raggiunte per via terrestre, sia per le centinaia di migliaia di utenze raggiunte invece per via aerea.
I prossimi step a questo punto prevedono di raggiungere con la banda larga 2,7 milioni di utenze già entro la fine del 2017, allargando a 9,5 milioni (281 città) al massimo entro il 2022 . Alla fine dei lavori, saranno stati calati 4 milioni di Km di fibra ottica per una spesa complessiva di 3,7 miliardi di euro. Per le aree “a fallimento di mercato” invece le abitazioni da raggiungere sono circa 10 milioni con un investimento altrettanto importante che sarà però in questo caso pagato dalle istituzioni. Complessivamente la spesa dovrebbe aggirarsi sui 6,5 miliardi.
Una delle prime città coinvolte è stata Venezia , seguita da Napoli . La provincia della città meridionale è la prima in Italia per utilizzo di Internet . Da qualche giorno offre la possibilità ai suoi cittadini di sottoscrivere abbonamenti broadband, basati sulla nuova tecnologia con offerte commercializzate da Wind-Tre e Vodafone. Dopo i tanti annunci politici dei mesi (o anni) scorsi, finalmente è cominciata la corsa. La disponibilità effettiva dei servizi è censita sul sito Openfiber.it . L’AD di Open Fiber, Tommaso Pompei, non può che esultare di fronte a quello che si preannuncia come “un successo industriale ma anche finanziario”.
Mirko Zago