OpenAI ha recentemente firmato accordi di licenza con due importanti aziende del settore dei media, The Atlantic e Vox Media, consentendo l’utilizzo dei loro contenuti per l‘addestramento dei modelli di intelligenza artificiale e la condivisione all’interno di ChatGPT.
Questi accordi si aggiungono a una serie di partnership che OpenAI sta rapidamente stringendo con diverse realtà del mondo dei media, nel tentativo di ottenere dati di addestramento ed evitare potenziali cause di copyright.
Qualche settimana fa, infatti, OpenAI ha stretto un accordo con News Corp, il colosso dei media proprietario di testate di spicco come il Daily Telegraph, il New York Post e Wall Street Journal. Mentre all’inizio del mese è stata la volta dell’editore di People, Dotdash Meredith. I termini economici di questi accordi sembrano variare in base al numero di pubblicazioni incluse, con cifre che vanno dai 5-10 milioni di dollari per il Financial Times ai 250 milioni di dollari stimati per l’accordo quinquennale con News Corp.
Modalità di visualizzazione dei contenuti e sviluppo di strumenti AI
Gli accordi stipulati da OpenAI con The Atlantic e Vox Media prevedono l’inserimento di un link di attribuzione quando i loro contenuti vengono citati all’interno di ChatGPT. Vox Media inizierà a condividere i propri contenuti con OpenAI nelle prossime settimane e utilizzerà la tecnologia della startup guidata da Sam Altman per migliorare il proprio prodotto di commercio affiliato e la piattaforma di dati pubblicitari.
The Atlantic, invece, sta sviluppando un microsito chiamato Atlantic Labs, dove i suoi team potranno sperimentare lo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale per servire al meglio il giornalismo e i lettori.
OpenAI si mette al riparo da cause per copyright
Gli accordi tra OpenAI, Vox Media e The Atlantic sembrano includere anche clausole che forniscono a OpenAI una sorta di protezione legale rispetto a potenziali cause per violazione del copyright. Diversi creatori di contenuti, come comici e testate giornalistiche, hanno infatti sostenuto che l‘addestramento di ChatGPT sul loro materiale protetto da copyright, e la conseguente capacità del sistema di generare testi basati su tali contenuti, costituisca una violazione dei loro diritti.
Attualmente il New York Times ha già citato in giudizio OpenAI per violazione di copyright su ChatGPT e Microsoft Copilot, e altre testate come il New York Daily News hanno avviato cause legali simili. Gli accordi sembrano quindi offrire una protezione preventiva ad OpenAI.