La prossima iniziativa di OpenAI messa in campo sul fronte dell’intelligenza artificiale è appena stata svelata dal sito The Information. Secondo quanto riferito da una fonte, rimasta anonima per ovvie ragioni, ma ritenuta a conoscenza del progetto, l’organizzazione guidata da Sam Altman sarebbe al lavoro su software in grado di automatizzare operazioni complesse prendendo il controllo del dispositivo dell’utente.
Agenti IA: la next big thing di OpenAI?
Questi agenti, così sono definiti, sarebbero in grado di eseguire mansioni come la raccolta di informazioni accessibili pubblicamente, l’analisi dei dati, la creazione di itinerari o l’acquisto di biglietti aerei, senza alcuna supervisione da parte di un essere umano. Il loro ambito d’azione spazierebbe dal contesto personale a quello lavorativo.
Al momento, da OpenAI non sono giunte conferme (né smentite) in merito al progetto. Cosa cambierebbe rispetto a quanto già avviene oggi con gli strumenti di intelligenza artificiale a disposizione? A differenza di ChatGPT, ad esempio, un’IA di questo tipo non si limiterebbe a fornire risposte alle domande e ai comandi ricevuti, o a generare contenuti, ma potrebbe andare oltre, assumendo come già scritto il controllo del dispositivo e facendosi dunque carico di operazioni come lo spostamento del cursore, del click su un determinato pulsante, dell’inserimento del testo nei moduli e così via. Sarebbe addirittura in grado di passare senza difficoltà da un’applicazione all’altra, in modalità multitasking, proprio come noi facciamo quotidianamente per portare a termine un compito.
La concorrenza, la privacy, la sicurezza
Per l’organizzazione non si tratterebbe della prima iniziativa legata al concetto di agenti, già introdotto con il recente arrivo dei GPTs. Tra gli obiettivi da perseguire, in caso di annuncio ufficiale, rientrerebbe anche quello che punterebbe ad alzare ulteriormente l’asticella in ambito IA, dopo che concorrenti come Google e Meta sembrano aver assottigliato il divario che, fino a pochi mesi fa, li vedeva distaccati in questo settore, in termini di efficacia delle soluzioni proposte e non solo.
Conscia di quanto avvenuto con ChatGPT e con gli altri progetti fin qui messi in campo, OpenAI sa bene quanto sia necessario predisporre un sistema simile tenendo conto delle necessarie salvaguardie inerenti a privacy e sicurezza. Come già scritto, tutto è al momento da etichettare come un’indiscrezione, anche se la fonte originale è notoriamente piuttosto affidabile quando si tratta di anticipazioni sui work in progress.