Dopo aver dato uno scossone all’ambito IA con il debutto di ChatGPT, i vertici di OpenAI avrebbero preso in considerazione l’ipotesi di lanciare una sorta di App Store, attraverso cui le terze parti saranno in grado di proporre e commercializzare i loro modelli di intelligenza artificiale. A riportare la voce di corridoio, al momento non confermata (né del tutto smentita) in via ufficiale, è stata la redazione del sito The Information.
Come un App Store, ma per i modelli IA: l’idea di OpenAI
Il numero uno dell’organizzazione, Sam Altman, ne avrebbe parlato a un gruppo di sviluppatori in occasione di un incontro andato in scena il mese scorso. Ad ogni modo, la fonte stessa dell’indiscrezione ritiene che l’eventuale debutto dell’iniziativa non sia dietro l’angolo. Un portavoce dell’azienda ha inoltre dichiarato che, al momento, non ci sono progetti attivi finalizzati al lancio di un marketplace.
Un eventuale piattaforma di questo tipo potrebbe mettere in contatto chi realizza i modelli di intelligenza artificiale e i clienti che ne necessitano, consentendo a questi ultimi di richiederne la personalizzazione, così da rispondere a esigenze specifiche. OpenAI, nelle vesti di intermediario, sarebbe in grado di generare profitto dalla transazione, trattenendone una percentuale, proprio come avviene, ad esempio, con gli app store dell’ambito mobile.
Da valutare le eventuali conseguenze sui rapporti con gli attuali partner, che all’improvviso potrebbero assumere i connotati di concorrenti. Su tutti, Microsoft e Salesforce, che già dispongono di marketplace dedicati.
Nell’ultimo periodo, il gruppo è finito più volte sotto la lente di ingrandimento, anche quella delle autorità e non solo per l’impatto generato dal lancio di ChatGPT. Potrebbe accadere di nuovo, alla luce di quanto emerso da un’indagine condotta dal TIME, secondo cui la società avrebbe esercitato un’attività di lobbying con l’obiettivo di influenzare la discussione europea a proposito del cosiddetto AI Act.