Pochi giorni fa, OpenAI ha annunciato le linee guida definite in merito all’impiego dei suoi strumenti di intelligenza artificiale (ChatGPT e GPTs in primis) nell’ambito delle elezioni politiche: il primo ban non si è fatto attendere molto, prendendo di mira il chatbot di Dean Phillips. È uno dei candidati che sfideranno Joe Biden alle primarie del Partito Democratico, in vista delle elezioni presidenziali in programma per il mese di novembre.
Il chatbot di Dean Phillips messo al bando da OpenAI
Per essere più precisi, la scure si è abbattuta su Delphi, una startup impegnata nello sviluppo dell’agente IA chiamato Dean.Bot, il cui obiettivo sarebbe stato quello di supportare la campagna elettorale interagendo con il pubblico.
I paletti fissati da OpenAI impediscono, almeno per ora, un’attività di questo tipo: Per il momento non è possibile realizzare applicazioni destinate ad attività di lobbying o alle campagne elettorali
. La ragione è presto spiegate: c’è la volontà di evitare che i chatbot basati sui modelli di intelligenza artificiale realizzati attraverso la propria piattaforma possano trasformarsi in vettori per la diffusione di informazioni parziali o false.
Nello specifico, una regola afferma che Non è consentito creare chatbot che impersonino candidati o istituzioni
. Questo non ha però scoraggiato il team di Delphi, che ha già dichiarato di voler puntare verso un’alternativa open source per la creazione di Dean.Bot.
La vicenda costituisce un assist perfetto per sollevare una discussione in merito a come siano necessarie leggi chiare e applicate all’intero settore IA. Lasciare che tutto sia in balia alle norme definite da ogni singola azienda e inerenti esclusivamente ai suoi specifici servizi, rischia di trasformarsi in un approccio poco lungimirante.
Senza dubbio, la corsa alla Casa Bianca che culminerà con le presidenziali USA 2024 sarà segnata da iniziative legate all’IA generativa e dal loro impatto. Dopotutto, è già cominciato tutto quasi un anno fa con il video Beat Biden promosso dalla fazione repubblicana.