OpenAI sta valutando la possibilità di cambiare la propria struttura societaria, come hanno riferito al Financial Times diverse fonti a conoscenza della questione.
La mossa avrebbe lo scopo di aiutare l’azienda ad attirare l’interesse degli investitori. All’inizio di questa settimana, diverse testate hanno riferito che OpenAI è in procinto di raccogliere un nuovo round di finanziamento del valore di diversi miliardi di dollari. L’investimento, che potrebbe includere la partecipazione di Microsoft, Nvidia e Apple, dovrebbe valutare l’azienda oltre 100 miliardi di dollari.
La struttura organizzativa di OpenAI
OpenAI è stata lanciata originariamente nel 2015 come organizzazione non profit. Nel 2019 ha istituito un ramo a scopo di lucro per guidare gli sforzi di sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il lavoro del ramo for-profit è supervisionato dal consiglio di amministrazione della no-profit originaria lanciata nel 2015.
Ci sono anche altri dettagli insoliti sulla struttura organizzativa di OpenAI. Il ramo a scopo di lucro ha dei tetti di spesa per limitare i rendimenti massimi che gli investitori e i dipendenti possono realizzare sulle loro azioni. Sul sito web di OpenAI si legge che l’obiettivo di questo accordo è quello di “incentivare la ricerca, lo sviluppo e l’impiego dell’intelligenza artificiale in un modo che bilanci la commercialità con la sicurezza e la sostenibilità“.
Secondo quanto riportato oggi dal Financial Times, gli investitori di OpenAI sono tenuti a firmare un contratto in cui si afferma che “sarebbe saggio considerare qualsiasi investimento in [la filiale a scopo di lucro di OpenAI] nello spirito di una donazione“. Il documento prosegue avvertendo che l’azienda potrebbe non realizzare mai un profitto.
La causa di Elon Musk
La struttura societaria di OpenAI è attualmente al centro di una causa, prima ritirata e poi ripresentata con accuse più pesanti e circostanziate, da Elon Musk. La denuncia sostiene che OpenAI, al momento del suo lancio nel 2015, si è posizionata come una società senza scopo di lucro dedicata allo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale open-source, ma ha violato questo impegno quando ha costituito il suo ramo a scopo di lucro. Dopo la presentazione della causa, OpenAI ha pubblicato un’e-mail in cui Musk sembra sostenere l’idea che OpenAI debba adottare un approccio a scopo di lucro.
Da no-profit a società quotata in borsa?
Secondo quanto riferito, OpenAI non ha ancora deciso come modificare la propria struttura aziendale. Come ipotizzato dal Financial Times, una possibilità sarebbe quella di rimuovere i limiti ai rendimenti degli investitori.
Non è ancora chiaro se sia prevista anche la possibilità che OpenAI cessi di essere una società senza scopo di lucro e si trasformi in una società commerciale a tutti gli effetti. Questo cambiamento comporterebbe la possibilità per l’azienda di diventare una società quotata in borsa ed emettere azioni, abbandonando quindi il suo status di organizzazione no-profit.
Con una quotazione in borsa, sia Microsoft che gli altri investitori che hanno partecipato ai precedenti round di finanziamento di OpenAI, avrebbero l’opportunità di monetizzare i loro investimenti realizzando potenzialmente ingenti plusvalenze.
OpenAI avrebbe accettato di fornire il 75% dei suoi profitti a Microsoft fino a quando quest’ultima non avrà recuperato il suo investimento. Attualmente, l’azienda guidata da Sam Altman non è ancora redditizia: Secondo un rapporto di luglio di The Information, OpenAI è destinata a perdere 5 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. OpenAI avrebbe speso finora 8,4 miliardi di dollari per lo sviluppo dell’AI, ovvero più di quanto guadagni attualmente.
Secondo le fonti del Financial Times, è possibile che l’azienda scelga di non cambiare la sua struttura societaria sulla base di una precedente dichiarazione, in cui affermava: “Rimaniamo concentrati sulla costruzione di un’AI che porti benefici a tutti e, come abbiamo già detto in precedenza, stiamo lavorando con il nostro consiglio di amministrazione per assicurarci di essere posizionati al meglio per avere successo nella nostra missione. L’organizzazione non profit è fondamentale per la nostra missione e continuerà a esistere“.