OpenAI lancia ChatGPT Canvas per i progetti di scrittura e codifica

OpenAI lancia ChatGPT Canvas per i progetti di scrittura e codifica

Canvas è il nuovo editor per creare contenuti con l'aiuto di ChatGPT direttamente nell'interfaccia della chatbot, come Artifacts di Antrhopic.
OpenAI lancia ChatGPT Canvas per i progetti di scrittura e codifica
Canvas è il nuovo editor per creare contenuti con l'aiuto di ChatGPT direttamente nell'interfaccia della chatbot, come Artifacts di Antrhopic.

OpenAI ha presentato Canvas, un editor di documenti e codice che compare in modo nativo all’interno di ChatGPT. Il prodotto, infatti, apre una finestra separata accanto alla normale finestra di chat, con uno spazio di lavoro per progetti di scrittura e codifica. È disponibile da oggi per tutti gli abbonati a pagamento di ChatGPT.

OpenAI annuncia Canvas: l’editor integrato in ChatGPT come Artifact di Claude

Canvas è la risposta di OpenAI ad Artifacts di Claude. Ma c’è una grande differenza tra Artifacts e Canvas: In Canvas, il documento nella barra laterale è completamente modificabile dall’essere umano.

Quando si lavora con ChatGPT per scrivere un documento o un pezzo di codice, viene visualizzata una barra laterale a destra della chat, dove viene restituito l’output. Tutto ciò che si trova nella barra laterale è modificabile e si può andare avanti e indietro direttamente collaborando con ChatGPT senza dover consumare i tasti copia e incolla per trasferire l’output in un altro editor.

Presumibilmente si tratta di una nuova versione di GPT-4o in grado di modificare un documento esistente in linea piuttosto che riscriverlo da zero, come fa Artifacts.

Le caratteristiche di Canvas

Canvas ha alcune altre caratteristiche interessanti. Una piccola barra di pulsanti in basso a destra consente di eseguire le più comuni modifiche del testo guidate dall’intelligenza artificiale, come la regolazione della lunghezza o l’aggiunta di emoji al testo, senza doverle richiedere. Canvas include anche un’esperienza di editing in cui ChatGPT può lasciare commenti sul documento come farebbe un collaboratore in un Google Doc.

L’implicazione più ovvia è che OpenAI sta raggiungendo Anthropic dal punto di vista delle funzionalità. Anthropic ha avuto molto slancio negli ultimi tempi: Claude Sonnet 3.5 è stato il modello dell’estate per la maggior parte dei nerd dell’AI. E la divisione prodotti di Anthropic, guidata dall’ex co-fondatore di Instagram Mike Krieger, ha spinto sull’acceleratore, rilasciando Artifacts e Projects in breve tempo.

Qualche settimana fa OpenAI ha superato Sonnet (per i compiti di ragionamento) con o1. Canvas è il tentativo di fare lo stesso di Artifacts. È un’estensione logica del paradigma degli Artefatti che consente di modificare invece di leggere semplicemente i documenti creati dall’intelligenza artificiale.

Naturalmente, mentre Anthropic era in vantaggio quest’estate in termini di funzionalità, OpenAI ha sempre mantenuto il suo vantaggio con ChatGPT in termini di implementazioni da parte dei clienti. A partire dal 2024, ChatGPT conta oltre 250 milioni di utenti attivi settimanali. Sebbene non siano disponibili statistiche esatte sull’utilizzo di Claude, secondo SimilarWeb Claude ha avuto 70 milioni di visitatori il mese scorso, rispetto ai 2,6 miliardi di ChatGPT.

Quindi l’effetto principale del lancio di Canvas oggi è quello di consolidare la leadership di ChatGPT come chatbot di destinazione. Canvas lascia anche intendere come OpenAI stia pensando al futuro di ChatGPT, che è molto più ampio di un chatbot.

OpenAI “asfalta” la concorrenza

OpenAI sta cercando di spingere la frontiera della collaborazione tra AI e uomo e, se si guarda un po’ più lontano, si può vedere l’ambizione dell’azienda: creare un nuovo sistema operativo per l’era dell’AI.

Se si ipotizza che i modelli possano diventare abbastanza validi da creare software, flussi di lavoro e interfacce per coprire la maggior parte dei casi di utilizzo del software, la tecnologia passa dall’essere semplicemente un chatbot di destinazione al modo principale di interagire con il computer. Se a ciò si aggiunge la spinta di OpenAI a creare esperienze più simili a quelle di un agente, in cui l’IA può svolgere compiti senza l’intervento dell’utente, si intravede il nuovo paradigma informatico immaginato da OpenAI.

Resta da vedere se funzionerà, ma di certo è una visione interessante del futuro.

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Pubblicato il
4 ott 2024
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