Da molti mesi circolano indiscrezioni sulla nuova struttura aziendale. OpenAI ha finalmente comunicato il piano per diventare una società a scopo di lucro (for-profit). Entro il 2025, la startup californiana diventerà una public benefit corporation.
Profitto e beneficio comune
OpenAI è stata fondata nel 2015 con l’obiettivo di sviluppare un’intelligenza artificiale a beneficio dell’intera umanità, senza essere vincolata ad un profitto economico. È stata quindi scelta la struttura non-profit. Per migliorare i modelli AI e creare l’AGI (intelligenza artificiale generale) serve però una grande potenza di calcolo e quindi più soldi di quelli ricevuti tramite donazioni.
Nel 2019 è stata creata una struttura for-profit, controllata dalla non-profit. L’azienda ha quindi ricevuto più finanziamenti, tra cui il primo miliardo di dollari da Microsoft (successivamente diventati 14 miliardi). Grazie all’ultimo round di finanziamenti, OpenAI ha raggiunto una capitalizzazione di 157 miliardi di dollari. Questa è la struttura attuale:
Nel corso del 2025, la parte for-profit diventerà una public benefit corporation, come xAI e Anthropic. Questo tipo di status giuridico prevede sia il perseguimento dei profitti che il raggiungimento del beneficio comune, ovvero la missione originaria di creare una AGI a vantaggio dell’umanità. La parte non-profit riceverà le risorse economiche e azioni della public benefit corporation.
La nuova for-profit verrà registrata in Delaware, considerato il paradiso fiscale degli Stati Uniti. Oltre il 50% delle società statunitensi sono state registrate in Delaware per sfruttare la tassazione favorevole.
Elon Musk ha denunciato OpenAI e chiesto un’ingiunzione temporanea per impedire la transizione da organizzazione non-profit ad azienda a scopo di lucro. OpenAI ha risposto ricordando che lo stesso Musk voleva creare una for-profit.
Meta ha appoggiato l’iniziativa di Musk, evidenziando che OpenAI ha ricevuto donazioni esentasse, quindi la nuova struttura aziendale causerebbe una distorsione del mercato.