È andato in scena nella tarda serata italiana di ieri, come previsto, il primo incontro tra OpenAI e Garante Privacy sul tema ChatGPT. Al centro della discussione, il blocco del servizio in Italia per ragioni legate in primis alle modalità adottate nel trattamento dei dati personali e nell’approccio alla verifica dell’età degli utenti che vi accedono. Tre ore di colloquio da remoto, sull’asse San Francisco-Roma, in un clima definito molto buono
. Non si esclude che il servizio possa presto tornare accessibile dal nostro paese, senza dover ricorrere a VPN o altri workaround. Vediamo quanto emerso.
OpenAI e Garante Privacy: l’incontro
Questi i partecipanti. A rappresentare l’organizzazione d’oltreoceano sono stati Sam Altman (CEO), Che Chang (Deputy General Counsel), dal 2021 a capo del team che si occupa delle questioni di natura legale, Anna Makanju (Head of Public Policy) e Ashley Pantuliano (Associate General Counsel). Per l’autorità, invece, il Collegio composto da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia e Guido Scorza.
L’esito è in linea con quanto ci si attendeva: OpenAI ha ribadito la propria disponibilità a collaborare, pur rimanendo convinta di operare con modalità conformi a quanto definito dalle normative in tema di dati personali, GDPR compreso. L’obiettivo, per entrambe le parti, è quello di giungere a una soluzioni positiva delle criticità rilevate.
Dal comunicato appena diffuso si apprende inoltre come il Garante abbia posto l’accento su un punto in particolare: l’intenzione non è in alcun modo quella di frenare l’innovazione nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della tecnologia in generale.
Da qui può partire il percorso che, si auspica, possa condurre a una soluzione condivisa. La prima iniziativa concreta annunciata dall’organizzazione statunitense è quella che mira a un rafforzamento della trasparenza per quanto concerne l’uso dei dati personali. Lavorerà poi per migliorare i meccanismi attraverso i quali, gli utenti, potranno esercitare i loro diritti sulle informazioni che li riguardano (anche chiedendone la cancellazione). Infine, sono al vaglio misure efficaci per la verifica dell’età.
Il blocco di ChatGPT in Italia potrebbe cadere
Ulteriori dettagli saranno contenuti in un documento inviato, entro oggi, al Garante, che si riserva la facoltà di valutare le misure proposte e di intervenire eventualmente sul provvedimento della scorsa settimana. Tradotto: il blocco di ChatGPT potrebbe cadere, anche se è troppo presto per formulare un’ipotesi in merito alle tempistiche.
Il Garante si riserva di valutare le misure proposte dalla società, anche riguardo al provvedimento adottato nei confronti di OpenAI.
Le parti si incontreranno di nuovo. Ricordiamo che è inoltre stata avviata un’istruttoria e che, in caso di mancato intervento sulla base delle indicazioni ricevute, la società rischia una sanzione. I nodi da sciogliere sono parecchi, uno dei quali legato all’impiego dei dati raccolti per il processo di apprendimento degli algoritmi.
Nelle stesse ore dell’incontro, per quella che ha poco i connotati di una coincidenza fortuita, OpenAI ha pubblicato un post in cui spiega nel dettaglio il suo approccio alla sicurezza dell’IA, pur senza far alcun riferimento esplicito al caso inerente allo stop del chatbot in Italia. Ne abbiamo scritto in un articolo dedicato.