Con un post intitolato “Governance of superintelligence” condiviso sul blog ufficiale, OpenAI (responsabile tra le altre cose di ChatGPT) torna a ribadire l’esigenza di un approccio coordinato per regolare lo sviluppo e l’impiego dell’intelligenza artificiale, anzi, in questo caso per governare la superintelligenza. È questa la premessa di Sam Altman e dei suoi più stretti collaboratori.
Considerando il quadro generale, per come lo vediamo in questo momento, è plausibile che, entro i prossimi dieci anni, i sistemi di intelligenza artificiale possano superare il livello di abilità degli esperti nella maggior parte degli ambiti e svolgere la stessa attività produttiva di ciò che oggi rappresentano le aziende più grandi.
Governare la superintelligenza: opportunità e rischi dell’IA
La visione del CEO è piuttosto chiara: le innovazioni a cui stiamo assistendo nell’ambito IA porteranno inevitabilmente al manifestarsi di opportunità e rischi. Si palesa dunque l’esigenza di gestirli, in modo efficace.
La strada da percorrere suggerita è quella che punta alla creazione di un organismo internazionale dedicato (e inedito), che possa analizzare i sistemi e definire test standard a cui sottoporli, per tenere sotto controllo, tra le altre cose, il loro impatto a livello di sostenibilità ambientale. Non dimentichiamoci che il funzionamento degli algoritmi costituisce un’operazione energivora e che, presto, potremmo trovarci a discuterne come fatto all’epoca con i consumi di Bitcoin.
OpenAI sottolinea poi l’esigenza di garantire che lo sviluppo sia condotto sempre considerando la sicurezza una priorità assoluta. L’esempio fornito è quello di AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), fondata alla fine degli anni ’50 proprio per promuovere un impiego pacifico e responsabile dell’energia nucleare.
Ricordiamo infine che, senza attendere l’input da parte di Sam Altman, l’Europa si è già mossa da tempo su questo fronte con il cosiddetto AI Act. Il regolamento ha ricevuto nelle scorse settimane il via libera da parte delle Commissioni in Parlamento e sarà sottoposto all’approvazione nella sessione plenaria in programma a giugno.