Un ignoto cybercriminale è riuscito ad accedere al sistema di messaggistica interno di OpenAI. L’intrusione è avvenuta all’inizio del 2023 ma, come hanno riferito le fonti del New York Times, l’azienda guidata da Sam Altman non ha informato gli utenti, né le forze dell’ordine.
Qualcuno ha rubato i segreti di OpenAI
Il cybercriminale ha avuto accesso al sistema usato dai dipendenti per discutere sulle tecnologie, quindi non ai computer dove OpenAI ospita il codice dei suoi modelli di intelligenza artificiale generativa. I dirigenti hanno comunicato l’intrusione durante una riunione interna organizzata ad aprile 2023.
L’azienda californiana ha deciso di non divulgare la notizia all’esterno, in quanto non è stato rubato nessun dato di utenti o partner. L’incidente non è stato considerato una minaccia per la sicurezza nazionale perché l’autore era un singolo individuo non legato a governi stranieri. Pertanto, OpenAI non ha informato l’FBI o altre forze dell’ordine.
Un program manager (Leopold Aschenbrenner) ha comunicato al consiglio di amministrazione che l’azienda dovrebbe migliorare la sicurezza per prevenire il furto di segreti da parte dei governi stranieri (Cina in particolare). Aschenbrenner è stato licenziato la scorsa primavera. Secondo l’azienda avrebbe divulgato alcune informazioni riservate.
Altre aziende che operano nel settore, tra cui Anthropic, ritengono che un eventuale furto non rappresenti un reale rischio per la sicurezza nazionale. In pratica non c’è nulla da nascondere. I modelli di Meta sono open source, quindi chiunque potrebbe usarli per scopi illeciti o pericolosi.
Tra l’altro, la Cina non avrebbe la necessità di rubare il lavoro delle aziende statunitensi, visto che ha già sviluppato modelli simili in termini di prestazioni e ha quasi il 50% degli esperti mondiali nel settore dell’intelligenza artificiale.