Oggi è previsto il primo incontro tra il Garante della privacy e OpenAI, per trovare un’intesa sull’uso dei dati degli utenti. Mira Murati, Chief Technology Officer della società californiana, ha dichiarato che la decisione dell’autorità italiana è stata una sorpresa, in quanto ChatGPT opera in modo conforme al GDPR. Inoltre, gli utenti italiani desiderano nuovamente accedere al servizio, quindi verrà sicuramente trovata una soluzione condivisa.
L’opinione pubblica è dalla parte di OpenAI
Murati è dal 2018 la CTO di OpenAI, realtà che supervisiona lo sviluppo di ChatGPT. Durante un’intervista rilasciata a Repubblica, l’ingegnera di origine albanese ha confermato l’avvio di un dialogo con l’autorità. L’obiettivo è riattivare il servizio al più presto, in quanto i nostri connazionali vogliono usare il chatbot.
Ha aggiunto che OpenAI rispetta il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) e comunica agli utenti come vengono elaborati i loro dati, attraverso l’informativa sulla privacy.
Stiamo lavorando con il Garante per cercare di risolvere questa situazione il più rapidamente possibile, speriamo di avere presto buone notizie. Ma prima della sua decisione non abbiamo avuto dialogo, quindi è stata una sorpresa per noi. Ripeto: rispettiamo le norme europee, ma siamo aperti a trovare soluzioni che rispondano alle preoccupazioni.
In merito al bug che ha permesso di vedere i titoli delle conversazioni nella cronologia e alcuni dati di pagamento, la CTO non ha confermato se sono stati interessati anche gli utenti italiani. Per quanto riguarda invece le risposte sbagliate di ChatGPT, ha dichiarato che la tecnologia è in evoluzione e viene continuamente migliorata, anche con i feedback degli utenti stessi.
A fine marzo, Elon Musk e molti esperti del settore hanno chiesto di fermare lo sviluppo delle intelligenze artificiali per almeno sei mesi. La CTO di OpenAI ha sottolineato che l’addestramento di GPT-4 ha richiesto più di sei mesi per renderlo sicuro e che il lavoro su GPT-5 non è ancora iniziato.