La collaborazione tra OpenAI e Microsoft si è rafforzata all’inizio dell’anno, con l’annuncio dell’investimento che ha permesso al gruppo di Redmond di acquisire il controllo di una quota pari al 49% della società guidata da Sam Altman. La conseguenza immediata è stata l’integrazione del modello GPT-4 nel nuovo Bing, con il motore di ricerca che ha così implementato un chatbot evoluto. A quanto pare, l’organizzazione responsabile tra le altre cose di ChatGPT, avrebbe cercato (invano) di consigliare al partner di rallentare e di attendere ulteriori sviluppi e miglioramenti della tecnologia. Effettivamente, gli scivoloni non sono mancati.
Bing con GPT-4: OpenAI consigliò a Microsoft di rallentare
È quanto emerge da un report pubblicato oggi dal Wall Street Journal, che descrive la stretta di mano tra le due realtà come una relazione aperta in cui l’azienda di Satya Nadella esercita un’influenza significativa sulla startup, pur senza avendone formalmente assunto il pieno controllo.
Insomma, la collaborazione è stretta, ma non esclusiva. Da una parte, Sam Altman e i suoi sono liberi di fornire i loro servizi ai concorrenti del colosso di Windows e Office, ma dall’altra sono obbligati a sottostare ad alcune limitazioni precise, una delle quali inerente a eventuali accordi siglati con motori di ricerca rivali. Poggiando su due team addetti alle vendite differenti, accade che entrambi si rivolgano agli stessi potenziali clienti, ma attraverso offerte separate, una situazione che potrebbe mostrare il fianco a qualche attrito.
Non va inoltre dimenticato che l’intera infrastruttura su cui fanno leva strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT è ospitata nel cloud di Azure.
Altre conseguenze dirette della stretta di mano tra OpenAI e Microsoft sono il lancio del servizio Bing Image Creator di IA generativa basato sul modello DALL-E 2 e l’integrazione di Copilot in pressoché ogni strumento per la produttività messo a disposizione degli utenti.