Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’istruttoria nei confronti di OpenAI per ottenere informazioni su Sora, il modello text-to-video annunciato a metà febbraio. L’autorità ha chiesto all’azienda californiana di fornire alcuni chiarimenti entro 20 giorni.
Protezione preventiva della privacy?
OpenAI è nota principalmente per i suoi modelli GPT (testo) e DALL-E (immagini). Sora aggiunge all’elenco la generazione dei video (lunghi 60 secondi) che, a giudicare dagli esempi pubblicati, sono quasi indistinguibili da quelli ottenuti registrando scene nel mondo reale. Esiste quindi la possibilità di sfruttare la tecnologia per la creazione di deepfake.
Come indicato chiaramente sul sito ufficiale, Sora verrà rilasciato al pubblico solo dopo aver effettuato numerosi test per evitare abusi. Stranamente, il Garante della privacy vuole sapere da OpenAI se il modello sia già disponibile:
Entro 20 giorni, la società dovrà precisare se il nuovo modello di intelligenza artificiale sia un servizio già disponibile al pubblico e se venga o verrà offerto ad utenti che si trovano nell’Unione Europea, in particolare in Italia.
Il Garante chiede inoltre di indicare se le modalità previste per informare utenti e non utenti e le basi giuridiche del trattamento dei dati forniti da chi accede al servizio siano conformi al GDPR.
Infine, l’autorità vuole avere da OpenAI informazioni sulle modalità di addestramento del modello, le fonti utilizzate e se i dati raccolti appartengono a specifiche categorie: convinzioni religiose e filosofiche, opinioni politiche, dati genetici, salute, vita sessuale.
Quella del Garante sembra quindi una mossa preventiva per evitare il lancio di una tecnologia che potrebbe avere conseguenze inattese per la privacy, come già avvenuto con ChatGPT, sul quale c’è un procedimento in corso.