Secondo quanto riportato da The Information, OpenAI sarebbe in trattativa con il gigante dei chip Broadcom per sviluppare un nuovo chip ottimizzato per l’intelligenza artificiale.
Sam Altman, CEO di OpenAI, sta guidando le trattative con Broadcom come parte di una strategia più ampia volta ad aumentare la capacità computazionale di OpenAI per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
I piani di Sam Altman
Per portare avanti questo progetto, l’azienda ha recentemente assunto diversi ingegneri esperti nella progettazione di chip, molti dei quali provenienti dal team Google che si è occupato dello sviluppo del chip TPU (Tensor Processing Unit) per il deep learning.
L’obiettivo di OpenAI è quello di sviluppare un chip personalizzato che possa offrire prestazioni e capacità di scalabilità migliori rispetto all’hardware di uso generale attualmente impiegato dall’azienda per addestrare ed eseguire i propri modelli di AI avanzata.
Realizzando un chip su misura ottimizzato specificamente per i carichi di lavoro dell’intelligenza artificiale, OpenAI punta ad ottenere un salto in avanti in termini di potenza di calcolo, efficienza e possibilità di far crescere facilmente la capacità computazionale man mano che i modelli diventano più grandi e complessi.
Tutto questo avviene mentre le aziende tecnologiche continuano a seguire le leggi di scalabilità per costruire modelli più capaci utilizzando cluster di calcolo ancora più grandi. Altman ha anche parlato con la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. per un eventuale finanziamento di nuove fabbriche di chip per aumentare la capacità produttiva.
Le trattative tra OpenAI e Broadcom
Liz Bourgeois, portavoce di OpenAI, ha confermato a The Information che l’azienda sta intrattenendo “conversazioni con vari stakeholder dell’industria e del governo per aumentare l’accesso all’infrastruttura necessaria a garantire che i benefici dell’intelligenza artificiale siano ampiamente accessibili“.
La Bourgeois però non ha voluto commentare nello specifico le voci riguardanti le discussioni tra OpenAI e Broadcom per lo sviluppo congiunto di un chip per l’AI, né i piani di OpenAI per la progettazione di chip personalizzati, limitandosi a confermare l’interesse generale dell’azienda ad accrescere la disponibilità di risorse computazionali per l’intelligenza artificiale.
Restano quindi ancora non confermate in modo definitivo le indiscrezioni riportate da The Information sui colloqui in corso tra la società di Sam Altman e il colosso dei chip Broadcom, anche se la volontà di OpenAI di esplorare lo sviluppo di hardware su misura per l’AI sembra manifesta, alla luce del recente reclutamento di ingegneri specializzati.
Oltre il chip: Altman vuole nuove aziende per server e data center AI
La collaborazione con Broadcom è notevole data l’esperienza dell’azienda con le TPU di Google. Il team di chip di OpenAI, guidato dall’ex dipendente di Google Richard Ho, probabilmente collaborerà con un’azienda americana per questo progetto.
Il piano di Altman va oltre la progettazione di chip. Ha discusso la creazione di nuove società con investitori esterni per finanziare immobili, infrastrutture energetiche, data center e server specializzati in chip AI. OpenAI affitterebbe poi questi server.
Il delicato equilibrio con NVIDIA
Questa strategia potrebbe dare a OpenAI una maggiore leva nelle future trattative con NVIDIA, che ha tratto notevoli vantaggi dalle sue GPU focalizzate sull’AI. Tuttavia, rischia anche di complicare i rapporti di OpenAI con questo fornitore chiave.
Lo sviluppo del chip AI proposto e i progetti infrastrutturali associati sono ancora nelle fasi iniziali. Il processo di progettazione dei chip non è ancora iniziato e la produzione non inizierà probabilmente prima del 2026. Tuttavia, le trattive con Broadcom e altri operatori del settore indicano un chiaro impegno da parte di OpenAI a perseguire questa visione ambiziosa.