OpenAI è una nuova società di ricerca focalizzata sull’intelligenza artificiale (AI), un’organizzazione non vincolata al requisito primario del profitto e nata con l’obiettivo dichiarato di far sì che le macchine intelligenti “nascano” a beneficio dell’umanità tutta e non semplicemente di se stesse.
L’approccio “open” della nuova fondazione dovrebbe inibire il possibile sviluppo di una IA malvagia, spiegano i promotori, perché un maggior numero di intelligenze artificiali votate al bene del genere umano lavorerebbero per contrastare tale approccio negativo.
Prevedibilmente, tra i fondatori (e finanziatori) di OpenAI ci sono parecchi nomi noti della Silicon Valley – a cominciare da quell’Elon Musk che non perde occasione di lanciare allarmi su Skynet e macchine assassine e si dice particolarmente interessato ai risultati del progetto sul fronte della “sicurezza” nel senso stretto del termine.
OpenAI lavorerà per il bene comune e favorirà la circolazione delle ricerche sull’intelligenza artificiale, anche se l’eventuale nascita di una IA classificabile come “intelligente” non è un evento fissato nel tempo: alcuni dei “migliori scienziati” sono al lavoro per la fondazione, sostiene il CEO della società (e già fondatore di YCombinator) Sam Altman, ma occorrerà del tempo prima di ottenere risultati concreti.
L’interesse della community di ricercatori è in ogni caso sempre più incentrato sul potenziale impatto della IA sull’umanità, e anche la prestigiosa Cambridge University ha deciso di investire 10 milioni di sterline per studiare a fondo la questione.
Alfonso Maruccia