OpenLeaks , il sito di delazioni alternativo a Wikileaks e nato in sua contrapposizione, è online.
Il sito non è ancora pienamente operativo e l’esordio è stato, di fatto, spinto da una beffa ironica: è stato anticipato da un collega, Cryptome.org , che ha pubblicato un PDF a lui stesso sfuggito contenente i testi del suo sito.
Il progetto punta, secondo quanto si legge in homepage , a rendere “più sicura la delazione” e così “più estesa”.
Facendo esperienza delle vicende giudiziarie che stanno travolgendo Wikileaks, poi, la principale novità rispetto al sito di delazioni da cui è nato è che non pubblica direttamente niente , ma si limita a permettere ad altri di farlo, mettendo a disposizione una “piattaforma trasparente e forte per supportare tecnicamente gli informatori e per incoraggiare altri a iniziare progetti simili”.
I suoi fondatori sono fuoriusciti dal sito gestito da Julian Assange in aperto conflitto con il suo volto pubblico, e sono arrivati a criticarlo più o meno direttamente nei giorni in cui si trovava agli arresti nel Regno Unito: prima sottolineando la volontà di costituire un’organizzazione pienamente democratica, poi lamentando l’accostamento (e dunque la tesi difensiva dell’australiano) delle accuse a lui mosse con il ruolo che svolge come vertice di Wikileaks.
Come al momento dell’annuncio, poi, l’esordio del sito coincide con una situazione difficile per i supporter di Wikileaks, ora al centro dell’interesse dell’FBI e con gli editori del New York Times e del Guardian che mostrano ostilità (o quanto meno distacco) nei confronti di Julian Assange, definito dal primo “elusivo, manipolatore e scostante”
In parte, tuttavia, il conflitto con il più famoso sito di delazioni sembra, a parole, appianarsi: nelle FAQ si legge il pieno supporto agli obiettivi di Wikileaks e si sottolinea che OpenLeaks non è “né un miglioramento, né un sostituto, né tantomeno un concorrente: è un progetto complementare che offre opzioni e capacità diverse da quelle messe in campo da Wikileaks”.
Claudio Tamburrino