Si avvicina la fine del progetto OpenOffice.org? Stando alla discussione avviata da Dennis Hamilton sulla mailing list della fondazione Apache, l’ipotesi che la storica suite di produttività si trovi presto senza un “padrino” eccellente è tutto fuorché improbabile. Mancano le “braccia” da codice necessarie a supportare il progetto, denuncia Hamilton, e gli utenti ci rimettono (troppo) in sicurezza.
Qualora l’ipotesi evocata da Hamilton – vice-presidente di OOo ma anche consigliere della board di Apache – si concretizzasse, la fondazione dell’open source si unirebbe alla oramai lunga lista di gestori che hanno accompagnato, lentamente ma inesorabilmente, quella che una volta era la principale alternativa FOSS a Microsoft Office verso il pensionamento forzato.
Originariamente sviluppata da Sun, acquisita da Oracle che se ne è successivamente lavata le mani, OpenOffice è stata in questi anni superata dal progetto LibreOffice nato come fork di OOo ma poi impostosi come suite in grado di tenere il passo sia della concorrenza – il solito Microsoft Office di cui sopra – che delle nuove tendenze di mercato come cloud, mobile eccetera.
Oggi su OOo ci lavorano pochissimi sviluppatori e le vulnerabilità si accumulano, ha denunciato Hamilton , un problema ben evidenziato da un bug nella gestione di un file di presentazione (CVE-2016-1513) sfruttabile per eseguire codice malevolo e già noto da ottobre scorso, corretto a marzo ma con il fix che ancora attende di essere integrato nel codice sorgente della suite.
OOo merita quindi di finire nel dimenticatoio del FOSS? Hamilton apre alla discussione e ipotizza “piani di pensionamento” per far scivolare la suite in “modalità archivio”, con il codice a disposizione di sviluppatori e utenti ma senza alcuno sviluppo corrente gestito da Apache. La situazione sembra in realtà più complicata di quella descritta da Hamilton, visto che alcuni sviluppatori hanno reagito male all’ipotesi di pensionamento e hanno parlato di un progetto ancora vivo nonostante tutto; è vero, le cose procedono molto lentamente, dice uno di questi programmatori, ma aprire una discussione sul ritiro di OOo per “fornire ai nemici di OpenOffice nuove munizioni” non aiuta di certo.
Alfonso Maruccia