Un frustrato ultimatum era stato lanciato più di un mese fa. Oracle avrebbe avuto circa trenta giorni di tempo per illustrare ai vertici dell’ OpenSolaris Governing Board (OGB) le sue future intenzioni di sviluppo del sistema operativo open source. Una scadenza che pare essere stata completamente ignorata dall’azienda californiana .
Con somma tristezza dei suoi stessi componenti, l’organo di autogoverno della community orbitante intorno al pianeta aperto di OpenSolaris ha così deciso di dissolversi nel nulla . Una mozione che non ha avuto alcuna resistenza: tutti i membri di OGB hanno espresso parere favorevole alla decisione finale di porre fine al progetto avviato da Sun Microsystems .
Le motivazioni? Innanzitutto la mancata risposta da parte di Oracle, che in data 13 agosto aveva diramato alcuni messaggi di posta elettronica all’interno delle sue divisioni. Obiettivo primario, interrompere qualsiasi rapporto con la community legata al sistema operativo open . Senza il fondamentale contributo di Oracle – si può leggere nel testo della mozione approvata da OGB – non si potrebbe dunque andare avanti.
Lo scioglimento definitivo di OGB è stato accolto con grande disappunto dall’intera comunità open, soprattutto da Dave McAllister, a capo della divisione open source di Adobe. McAllister ha parlato di Oracle come del nuovo grande nemico degli standard aperti, avendo tradito gli impegni precedentemente sbandierati.
A OpenSolaris sopravvive una sorta di fork, denominato IllumOS , lanciato da alcuni sviluppatori piuttosto in vista della community precedente.
Mauro Vecchio