Anticipato dalla release dedicata agli sviluppatori, il browser Opera per sistemi desktop sarà equipaggiato con un servizio di VPN gratuito. Nessuna estensione, nessun abbonamento: Opera vuole rendere disponibili a tutti i vantaggi di fruire di una VPN, ed è probabile che con una soluzione nativa e facilmente accessibile il browser si possa conquistare una nuova fetta di mercato.
Opera presenta l’integrazione della propria soluzione VPN come un nuovo tassello della strategia inaugurata a marzo con l’ implementazione dei servizi di adblocking: “nel 2016 le persone hanno bisogno di nuove funzioni per navigare il Web in maniera efficiente – spiega la casa norvegese – e non si tratta delle stesse funzioni che erano rilevanti per i loro browser dieci anni fa”. Il 24 per cento degli utenti della Rete, rileva Opera, utilizza o ha provato a utilizzare una VPN per i motivi più svariati: per accedere all’intrattenimento scavalcando le barriere del geoblocking (38 per cento), per garantirsi l’anonimato (30 per cento), per accedere a siti inaccessibili nel proprio paese (28 per cento) o presso il posto di lavoro (27 per cento), per comunicare con i propri cari (24 per cento) o per consultare informazione altrimenti non raggiungibile (22 per cento). Proprio con questa prospettiva, probabilmente, un anno fa Opera aveva acquisito SurfEasy.
Dalla versione 38.0.2204.0 disponibile nel canale per gli sviluppatori, basta accedere alle impostazioni per attivare la navigazione protetta dalla VPN: dal bottone che comparirà nella barra degli indirizzi sarà possibile selezionare la localizzazione dell’IP (per il momento USA, Canada e Germania, con più possibilità di scelta nel momento in cui il browser sarà rilasciato nella versione stabile).
Opera non fa mistero del fatto che l’uso della VPN integrata può agevolare l’accesso a contenuti anche ad alta qualità altrimenti inaccessibili per via delle logiche del mercato della distribuzione, ammettendo che i video Full HD potrebbero richiedere tempi d’attesa. Meno chiaro è il futuro della funzione, se la casa norvegese sceglierà di accettare la proposta di acquisizione del consorzio di investitori cinesi guidato dalle aziende Kunlun e Qihoo 360: in Cina, i servizi che permettono di scavalcare la Grande Muraglia digitale non sono ben tollerati .
Gaia Bottà