Nel nome dei tempi di caricamento, per incoraggiare gli utenti a nutrire la minuta quota di mercato sul fronte desktop, Opera ha presentato, sotto forma di release destinata agli sviluppatori, la build 37.0.2163.0 : caratteristica distintiva, un sistema di adblocking nativo per impedire il caricamento dell’advertising e il tracciamento a fini commerciali.
A differenza dei più noti concorrenti per sistemi desktop, che permettono di impostare soluzioni per schivare la pubblicità per mezzo di plugin, la casa norvegese ha scelto di integrare il sistema di adblocking a livello di web engine, così da agire nella maniera più efficace possibile. Efficacia che, pur con gli inevitabili bug delle versioni preliminari, per Opera si traduce in tempi di caricamento più rapidi rispetto alle più popolari combinazioni di browser e adblocker terzi.
Per mettere ulteriormente alla prova il browser è sufficiente scaricarlo, per Windows, Mac o Linux, e installarlo. All’avvio, un popup in corrispondenza con l’icona a forma di scudo proporrà all’utente l’attivazione, contrassegnata con la colorazione azzurra dell’icona e revocabile in qualsiasi momento. Come per le altre soluzioni di adblocking, è possibile aggiungere URL alla whitelist, mentre i blocchi di default sono gestiti sulla base dei servizi Easylist , operativi anche per il noto AdBlock Plus, con il relativo sistema antitracciamento EasyPrivacy.
A favore degli utenti che volessero verificare le qualità della nuova release di Opera, oltre alle statistiche relative alla pubblicità bloccata sui singoli siti e in tutte le sessioni di navigazione, è disponibile uno speed test per monitorare i tempi di caricamento : Opera ricorda che i risultati, influenzati dal caricamento o meno dell’advertising, dipendono altresì da fattori come la qualità della connessione, il proprio hardware e naturalmente dal sito selezionato.
Opera suggerisce che i risultati confermeranno la necessità, per l’industria dell’advertising, di meditare sulle proprie azioni: “se non ci fossero ads tanto pesanti, alcuni dei maggiori siti web caricherebbero in tempi ridotti del 90 per cento” e proprio per questo gli utenti, sempre più spesso , abbracciano gli adblocker. La softwarehouse norvegese riconosce che parte degli operatori di settore, fra cui IAB , sta iniziando a percepire l’ urgenza di un cambiamento , ma sottolinea altresì che non è stata ancora compiuta alcuna mossa concreta per alleggerire l’advertising e allentare i sistemi di tracciamento : integrare l’adblocking nel proprio browser, garantendo al contempo trasparenza sulle problematiche create dalla pratiche pubblicitarie, secondo Opera “accelererà il cambiamento che l’industria dell’advertising deve affrontare”.
Se l’integrazione dell’adblocking non rappresenta in alcun modo un business per Opera, a chi obiettasse che il fatturato dell’azienda conta per il 75 per cento sulla piattaforma di advertising Opera Mediaworks , la softwarehouse ribatte che non esiste alcuna contraddizione: i servizi di Opera Mediaworks si concentrano sull’advertising mobile in-app e non sono dunque intaccati dai filtri destinati ai browser, nemmeno qualora le soluzioni di adblocking venissero implementate nel browser mobile. L’azienda ritiene in ogni caso che la pubblicità che gestisce sia “della migliore qualità”, percepita dall’utente come “rilevante, coinvolgente e animata da tecnologie che non abusano del traffico dati”.
Gaia Bottà