Opera Max, il servizio di compressione che consente di ottimizzare il traffico dati passando dalla VPN della casa norvegese, ha esteso le proprie funzioni ad abbracciare alcune piattaforme di streaming musicale: offre ai propri utenti sostanziosi risparmi di dati e una fruizione di musica che non teme i limiti imposti dai piani degli operatori mobile.
Opera, nel proporre la nuova funzione per la sua app Android , parla di “trappola dello streaming”, con l’abitudine all’ascolto di musica che rischia di monopolizzare i piani dati degli utenti mobile: “ascoltando musica in streaming per nove ore – stima l’azienda norvegese – si consumerà all’incirca 1 GB di traffico”. Opera Max promette risparmi “del 50 per cento dei dati che consumano YouTube Music, Pandora e Slacker Radio”.
Facendo trasitare i dati sulla VPN dedicata e riducendoli in formati più compressi, Opera Max agisce sui file audio: MP3 e MP4 vengono convertiti nel formato AAC+ con il supporto delle tecnologie di Rocket Optimizer, acquisito da Opera nel 2013 con Skyfire.
Le piattaforme di streaming musicale su cui agisce per ora Opera Max non sono fra le più affermate in Italia, o non sono disponibili per il mercato dello Stivale: per ora l’app comprime brani ascoltati attraverso YouTube Music ( lanciato di recente negli USA), Pandora, Slacker Radio, ma anche Gaana e Saavn, due app che si rivolgono nello specifico al mercato indiano, a cui Opera dedica un post a sé.
Fuori dalla lista restano per ora Spotify e Google Play Music, il cui traffico passa attraverso connessioni HTTPS, ostacolo congenito all’azione di Opera Max. Per YouTube e Netflix, i cui flussi dati sono altrettanto cifrati, Opera Max ha approntato dal mese di agosto delle soluzioni alternative : per il futuro l’app norvegese promette di estendere la compressione ad altre piattaforme di streaming musicale, ma non è dato sapere quali, e con quali tecnologie verranno supportate.