Oppenheimer è senza ombra di dubbio uno dei film che ha caratterizzato il 2023. Attenzione, però: chi cerca la storia della bomba atomica, potrebbe restarne deluso. Allo stesso tempo chi volesse sapere cosa è successo realmente a Hiroshima potrebbe restare a corto di informazioni e di emozioni belliche. La storia di Oppenheimer è invece una storia di tormenti e di politica, di strategia e di fragilità umane: è la tensione che si è consumata a livello globale e che si è scaricata con tutta la sua forza su una persona sola, che ha fatto per molti versi da parafulmine e che merita una rilettura basata sulla ricostruzione di Christopher Nolan.
Un film criticato per la lunghezza e per vibrazioni che in certe fasi la sceneggiatura viene a perdere, ma è questo un film che va guardato e capito con attenzione. Racconta, infatti, molto di un momento incredibilmente importante nella storia dell’uomo: quello che ha portato allo scoppio dei primi ordigni nucleari, facendo comprendere a tutti che i conflitti bellici stavano ormai per scalare ad una nuova dimensione. Oppenheimer si è trovato di fronte interrogativi impossibili da risolvere per un solo essere umano: una bomba che pone fine ad un conflitto con il costo altissimo in termini di vite, è meglio del conflitto stesso? E come relazionarsi con chi prende parte a riunioni che parlano di Comunismo? Come mettere insieme i migliori ricercatori e come contemplare in tutto ciò il linguaggio universale della scienza?
Oppenheimer, dopo essersi interrogato a lungo di fronte allo specchio, ha dovuto altresì rispondere a commissioni che volevano metterlo spalle al muro al termine del conflitto. Un processo-non-processo creato ad hoc per motivi che vanno al di là della sua persona, di quel che ha realizzato e di come l’ordigno è stato utilizzato. Ha dovuto mettersi a nudo per testimoniare il suo ruolo in questa storia e come ha affrontato i timori per cui l’esplosione avrebbe potenzialmente potuto distruggere il mondo intero (le conoscenze non erano quelle odierne e questa possibilità non era del tutto negata dalle prime sperimentazioni): una storia che, dall’inizio alla fine, concentra su un solo uomo i tormenti di tutti gli altri.
Il film è disponibile su Amazon Prime Video da pochi giorni: ora chiunque lo può guardare direttamente da casa propria, incollandosi allo schermo per capire più a fondo quali meccanismi portino l’uomo dentro e fuori da un conflitto bellico. Ad un certo punto, nel film, compare anche la figura di Enrico Fermi. Per capire il ruolo che ha avuto il ricercatore italiano, può essere utile fare un passo indietro e leggere come nomi quali Fermi, Majorana, Rasetti e altri provengano dalla “Banda di via Panisperna” e le loro ricerche abbiano un sapore eroico nel mezzo di un’Italia in guerra. Importante, inoltre, la figura di Albert Einstein: la biografia di Walter Isaacson ne racconta bene gli anni della gioventù, ma in questo film il suo ruolo da comprimario lo inquadra in prospettiva come un genio già superato – perché la scienza non fa prigionieri ed avanza senza guardarsi indietro.
Capire l’atomica per capire l’uomo: “Oppenheimer” ha questo merito e vale decisamente la pena di essere visto. A prescindere da giudizi e recensioni dei cinefili, c’è una storia da capire ed un film è un modo utile per portare le tensioni di quei mesi a confrontarsi con il peso etico di ognuno di noi.