OPPO ha preso una decisione alquanto sorprendente che va contro i piani fissati nel corso degli ultimi anni, in un periodo anomalo ma ottimo per gli smartphone a causa della pandemia: la sua giovane unità di progettazione di chip Zeku verrà chiusa alla luce della debole domanda globale di telefoni e altri dispositivi, nell’ottica di tagliare i costi e rivedere la strategia aziendale sulla base dei risultati finanziari più recenti.
OPPO abbandona i chip MariSilicon
Il gigante cinese della telefonia a quanto pare tornerà a fare affidamento su partner produttori di terze parti per i chip da installare nei suoi device. Nonostante un primo trimestre del 2023 conclusosi in quarta posizione tra i più grandi brand del segmento smartphone, le spedizioni sono diminuite dell’8% e il mercato del settore non sembra indicare in alcun modo a una futura ripresa nel corso dell’anno, complice un boom della domanda durante la pandemia.
Pertanto, la società ha deciso di cessare l’attività della divisione Zeku a causa di queste incertezze, che richiedono “modifiche difficili per lo sviluppo a lungo termine”.
Il fulmine arriva proprio a ciel sereno, considerato che nel dicembre 2021 Zeku ha rivelato MariSilicon X, l’unità di elaborazione neurale concepita per incrementare le performance del comparto imaging degli smartphone OPPO top di gamma tramite deep learning; e considerati anche i 100 annunci di lavoro pubblicati giusto un mese fa anche su LinkedIn.
Non è chiaro il destino degli oltre 2.000 dipendenti all’interno di Zeku: OPPO ha dichiarato che organizzerà adeguatamente le questioni correlate e il personale, completando questo ritiro dalla produzione di chip proprietari nel migliore dei modi sia per l’azienda che per i lavoratori.