Da ormai quasi un anno si parla del possibile abbandono del mercato europeo da parte di OPPO e OnePlus alla luce del ban in Germania, causato da una disputa su alcuni brevetti con Nokia. In seguito ai report pubblicati anche in Italia, correlati naturalmente alla preoccupazione degli utenti per la scomparsa di due tra i marchi di smartphone più apprezzati a livello nazionale, i portavoce italiani hanno assicurato che le due realtà resteranno attive nel Belpaese. Nel resto dell’Europa, però, la situazione sembra alquanto complicata.
OPPO svanisce in Germania?
A un anno dalla sospensione della vendita di smartphone da Amburgo a Monaco di Baviera, il sito Web ufficiale tedesco risulta quasi abbandonato. Una volta visitato, infatti, ci si trova dinanzi esclusivamente alla pubblicità della partnership in corso di OPPO con la UEFA Champions League, e il seguente avviso:
“Al momento non sono disponibili informazioni sul prodotto sul nostro sito web. Alcuni dei prodotti non sono disponibili anche in Germania, tra cui Reno 8 Series, Find N2 Flip.
D: Posso continuare a utilizzare i prodotti OPPO senza restrizioni, accedere al supporto e ricevere futuri aggiornamenti?
R: Sì, puoi continuare a utilizzare i tuoi prodotti OPPO senza restrizioni, accedere al supporto e ovviamente riceverai tutti gli aggiornamenti futuri.”
In breve, non è più possibile procedere con l’acquisto di nuovi dispositivi online tramite il sito OPPO dedicato ai consumatori tedeschi, ma viene assicurato a questi ultimi il supporto per tutti i device già rilasciati sul mercato e ancora in vendita fino ad esaurimento scorte presso i punti vendita fisici.
Nel frattempo, si fa avanti anche un’ulteriore rumor sull’evoluzione di questo ban: come ripreso da GSMArena, fonti interne avrebbero affermato che la società potrebbe uscire dal mercato francese dopo il 30 giugno 2023. In Italia il problema non dovrebbe porsi, come già affermato con comunicati stampa ad hoc al momento della pubblicazione dei primi report relativi ad altri mercati europei. Un’altra brutta notizia che segue, peraltro, l’abbandono dei chip MariSilicon proprietari.