Detto, fatto. Con la vendita da parte di Samsung delle ultime briciole rimaste di azioni Symbian, Nokia ha completato l’acquisizione della software house annunciata alla fine dello scorso giugno. Una mossa probabilmente dettata anche dalla pressione messa addosso al primo produttore di cellulari al mondo dalla discesa in campo di Google con Android .
L’azienda coreana deteneva il 5 per cento del pacchetto azionario di Symbian. Nokia, dal canto suo, al momento di formalizzare l’intenzione di acquisire il controllo completo del produttore del sistema operativo che equipaggia molti dei suoi cellulari, possedeva il 53 per cento della software house, mentre altre quote di minoranza erano in mano a Sony Ericsson e Panasonic.
L’operazione di raccolta delle azioni Symbian dovrebbe aver sottratto circa 263 milioni di euro dalle casse di Nokia. Un investimento non secondario, a cui farà seguito il rilascio dell’intero codice del sistema operativo sotto licenza open source , analogamente a quanto farà BigG con il suo Android.
La scelta di Nokia, inoltre, è in netta controtendenza con quanto porta avanti un concorrente che è entrato da poco nel giro dei telefoni cellulari, ma si dimostra quanto mai agguerrito: Apple . L’azienda di Cupertino, infatti, ha optato per un ecosistema proprietario e chiuso per il suo iPhone: nonostante alcune aperture, come la fornitura di un SDK agli sviluppatori, il melafonino resta per lo più sotto il controllo dei suoi creatori. Strategie diverse per un mercato che si sta muovendo ad una rapidità impressionante. ( L.A. )