Il caso che vede Oracle contrapposto a Google, con quest’ultima sul banco degli imputati con l’accusa di aver copiato in Android linee di codice sotto il diritto d’autore Sun, si arricchisce di nuovi particolari: il blogger specializzato in brevetti software Florian Mueller si è schierato dalla parte di Oracle e ha affermato di aver trovato nuove prove e di poter dimostrare che c’è effettivamente la possibilità che Motorola, LG e Samsung abbiano distribuito il codice nell’occhio del ciclone.
Per dimostrare la sua tesi il blogger ha redatto 46 pagine di prove , in cui delinea un totale di 43 nuove situazioni di cui il nuovo proprietario di Java potrebbe accusare Mountain View.
Mueller afferma infatti che vi sono altri 6 file (che fanno parte sia di Froyo che di Gingerbread), oltre a quelli inseriti nella denuncia Oracle, che sembrerebbero codice Sun copiato allo stesso modo della Prova J (il file PolicyNodeImpl.java relativo alla macchina vertuale Java Dalvik) portato nell’accusa originale.
Altri 37 file collegati al Mobile Media API di Sun Java Wireless Toolkit e al suo MMAPI reference implementation (MMAPI RI), poi, risulterebbero espressamente marchiati da Sun con l’avviso “Proprietario/confidenziale” e con una nota sul copyright che specificava in maiuscolo “Non distribuire!”.
Mueller ha peraltro rilevato anche che, pur non potendo provare che parte di questo codice sia effettivamente stato distribuito con i dispositivi, alcuni di questi file sono stati pubblicati online nelle distribuzioni di codici di alcuni produttori: per quanto riguarda Motorola in quelli per Droid X, Droid 2 Global e Droid Pro, per quanto riguarda LG, per esempio, in quello per i modelli Lg Ally e LG Optimus T Model, mentre per Samsung si può trovare in opensource.samsung.com per Galaxy Tab, Samsung Acclaim, Galaxy 3, Samsung Fascinate e Samsung Epic.
Secondo altri osservatori si tratterebbe tuttavia semplicemente di file test non destinati alla distribuzione e finiti al massimo per errore online. Inoltre, parte di questi si troverebbe in un archivio compresso di un componente fornito da una parte terza, SONiVOX, membro dell’ Open Handset Alliance ( OHA ) lanciata da Google.
Infine, quei file zip sembrerebbero essere stati caricati solo per sbaglio e potrebbero non essere neanche arrivati (avendo come finalità il test della piattaforma) nelle mani degli utenti Android: per tutte queste ragioni sarebbe al massimo ipotizzabile un avviso di rimozione per Google. E dunque le nuove prove non costituirebbero la famigerata pistola fumante a favore di Oracle, ma una situazione del tutto gestibile (a parte gli effetti di immagine dei titoli che la danno come colpevole di violazione di proprietà intellettuale altrui) da parte di Mountain View, che peraltro ha già dimostrato di aver l’intenzione di provvedere di propria iniziativa alla rimozione dei file accusati: ha già provveduto ad eliminare dal suo albero di codice PolicyNodeImpl.java (il 30 ottobre) e di altri 6 file relativi a Java (il 14 gennaio).
Per altri osservatori, tuttavia, questi ragionamenti non limiterebbero le responsabilità legali di Google sulla questione infrazione di copyright, colpevole – distribuzione o meno – di aver copiato il codice Sun-Oracle e sostituito la licenza GPL a cui il proprietario l’aveva legato con quello incompatibile della licenza (sempre open source) Apache .
La vicenda è complicata dal fatto che Google afferma che alcune parti di codice utilizzate per Dalvik sono state prese dal Progetto Harmony della Fondazione Apache, mentre questa afferma che il codice accusato di violazione da Oracle non è quello proveniente da Harmony .
In realtà gli osservatori aspettano il momento in cui Oracle divulgherà (eventualmente emendando nuovamente la denuncia, modifica per cui avrà bisogno dl nulla osta del giudice o di Google) versione, file e linea di programmazione ritenuti in violazione delle proprie licenze. Per vedere se riuscirà a far valere le sue ragioni ed ottenere così anche solo una minima percentuale su ogni dispositivo Android venduto. Una torta sempre più grande .
Claudio Tamburrino