No, Hewlett-Packard non può essere accusata di truffa: il giudice assegna il primo round della diatriba Oracle vs. HP a quest’ultima, e stabilisce che la presunta “truffa” organizzata da HP ai danni di Oracle “non impedì a Oracle di partecipare ai negoziati né privò Oracle dell’opportunità di negoziare”.
Motivo del contendere è l’accordo tra HP e il CEO dimissionario Mark Hurd in procinto di approdare a Oracle, ma sono anche le cospicue somme di denaro versate da HP a Intel per il supporto continuato all’architettura per server Itanium – ben oltre il suo naturale ciclo di vita, a quanto sostiene Oracle.
HP e Hurd si erano accordati affinché quest’ultimo si astenesse dal lanciare scalate ostili all’azienda per 18 mesi, mentre HP aveva “deliberatamente” nascosto il fatto di essere in procinto di assumere come CEO Leo Apotheker (ex-CEO della rivale di Oracle SAP) e il COO di Oracle Ray Lane.
Anche l’accordo economico esclusivo tra HP e Intel, dice il giudice, non sarebbe classificabile come “frode” nei confronti di Oracle. Neanche a dirlo, HP si dice “soddisfatta” della decisione presa dalla corte.
Ma anche Oracle si dice “deliziata” per la decisione del giudice, perché stabilisce (tra le altre cose) che certi documenti forniti alla corte sotto il vincolo della segretezza dovranno essere resi pubblici. Così saranno smascherate le azioni di HP, dice Oracle, e le sue mosse per tenere in vita Itanium oltre il suo naturale ciclo di vita.
Alfonso Maruccia