Era già toccato a Larry Page , ora tocca anche a Andy Rubin: il manager Google responsabile del progetto Android viene messo sotto torchio dagli avvocati di Oracle, con le email riservate scambiate ai piani alti di Mountain View a fare ancora una volta da elemento cardine del processo per il copyright di Java.
I messaggi mostrati in aula evidenziano la discussione interna a Google avvenuta tra il 2005 e il 2006, con Rubin apparentemente consapevole della necessità di stringere una partnership con Sun, trovare una soluzione alternativa (virtual machine Microsoft per far funzionare Java su Android) o comunque “usare Java in ogni caso e difendere la nostra decisione, forse facendoci dei nemici lungo la strada”.
Google era insomma sin troppo consapevole della necessità di ottenere una licenza per integrare Java sul suo OS mobile, ha spiegato l’avvocato dell’accusa, e il tono generale delle email presentate dimostrerebbe la palese, deliberata violazione della legge decisa e messa in atto da Google per il bene del suo business.
Di particolare interesse sarà poi assistere alla prossima testimonianza programmata nel campo di Google, quella dell’ex-CEO (e ora presidente esecutivo) Eric Schmidt che prima di approdare a Mountain View aveva lavorato come CTO presso Sun per 10 anni.
Presto nel processo si passerà a trattare i brevetti registrati da Sun e ora di proprietà di Oracle, e a tale riguardo l’USPTO ha (involontariamente) fornito una nuova arma di offesa a Oracle riammettendo un brevetto precedentemente giudicato non valido.
Alfonso Maruccia