Blue Origin ha annunciato i piani per la costruzione della stazione spaziale Orbital Reef, in collaborazione con Sierra Space, Boeing, Redwire Space, Genesis Engineering Solutions e Arizona State University. La stazione, che sarà operativa nella seconda metà di questo decennio (quindi dopo il 2025), viene definita un “business park” nello spazio, in quanto sarà accessibile a tutti, turisti (facoltosi) inclusi.
Orbital Reef: lo spazio diventa affollato
Anche se la NASA vorrebbe allungare la vita della Stazione Spaziale Internazionale almeno fino al 2028, prima o poi andrà in “pensione”. Axiom Space ha già previsto il lancio di moduli aggiuntivi che verranno successivamente staccati dalla ISS per funzionare in maniera autonoma. Inizierà quindi l’era delle stazioni spaziali commerciali (costruite da aziende private e non finanziate dai governi).
La NASA passerà quindi da “proprietario” a “inquilino”. Orbital Reef ospiterà gli astronauti dell’agenzia spaziale statunitense e di altri paesi, ma anche clienti di ogni tipo, inclusi i turisti spaziali. La stazione sarà costituita da diversi moduli e potrà ospitare fino a 10 persone.
I moduli verranno lanciati nello spazio dal razzo New Glenn di Blue Origin (che realizzerà alcuni moduli). Sierra Space costruirà altri moduli e fornirà la navicella Dream Chaser per portare persone e rifornimenti sulla stazione. Altri moduli verranno realizzati da Boeing (che fornirà anche la navicella Starliner).
Redwire Space si occuperà delle ricerche in condizioni di microgravità e delle operazioni di carico, mentre Genesis Engineering Solutions fornirà una navicella a singolo posto per le escursioni dei turisti spaziali. Infine, Arizona State University guiderà un consorzio di università che gestirà gli esperimenti scientifici.