Roma – Dotati di tool facilmente reperibili in rete e capaci di sfruttare le vulnerabilità dei software più diffusi e magari mal gestiti, orde di lamers hanno aggredito in queste settimane molti dei più gettonati siti in lingua araba, tentando incursioni sui server, sostituendo o “graffitando” home page e via dicendo.
Stando ad un report della Reuters, i gestori di Islamonline.net , una delle più celebri destinazioni web per chi vuole approfondire le tematiche arabe e medio-orientali, non solo hanno subito nei giorni della guerra in Iraq un’ondata di visite senza precedenti ma hanno anche dovuto respingere tonnellate di attacchi, da innocue scansioni delle porte a veri e propri tentativi di incursione.
Il più celebre dei siti aggrediti, come si ricorderà, è stato di certo quello di AlJazeera , il sito della televisione araba che viene tradizionalmente seguita da molti milioni di persone nel mondo arabo. Un attacco di portata decisamente superiore a quelli registrati su altri siti.
Va detto che non tutti i siti arabi colpiti erano gestiti con sufficiente attenzione o capacità da resistere all’assalto di aggressori probabilmente di giovane età e probabilmente statunitensi, tanto che ve ne sono alcuni, come Arabia.com , che sono stati letteralmente cancellati dalla rete per alcuni giorni già poco dopo lo scoppio della guerra.
Sebbene la capacità di far addirittura scomparire alcuni siti dalla rete sia attribuibile più facilmente alla scarsa manutenzione dei siti stessi che alla capacità dei lamers che hanno compiuto le aggressioni, tenendo anche presente l’estrema prevedibilità di queste azioni, appare però evidente come appelli e strategie dell’FBI per scoraggiare i defacer americani dall’attaccare via internet siti arabi si siano rivelati fallimentari. Difficile infatti credere che la matrice degli attacchi non sia nella maggioranza dei casi a stelle e strisce.